Il 20 gennaio 1716, trecento anni fa, nasceva a Madrid Carlos Sebastián de Borbón y Farnesio. Suo padre, Filippo V di Spagna, nel 1714, dopo la morte di Maria Luisa di Savoia,sua prima moglie, sposò in seconde nozze Elisabetta Farnese, ultima erede di quella famiglia. Elisabetta era a sua volta figlia di Odoardo II Farnese e di Dorotea Sofia di Wittelsbach Neuburg. Dorotea aveva sposato in prime nozze Odoardo II, il figlio primogenito ed erede del duca di Parma, Ranuccio II, dal quale ebbe due figli: Alessandro Ignazio, morto a due anni, ed Elisabetta, futura moglie di Filippo V e madre di Carlo. Dorotea era una principessa tedesca ricchissima, con una notevole dote, ma di carattere severo e bigotto che la portarono a stare sempre lontana da feste e conviti, scandalizzata dai grandi festeggiamenti organizzati nel Ducato per il suo matrimonio. Nel 1693 rimase vedova e l’anno dopo morì Ranuccio II, per cui il Ducato passò al secondogenito
Francesco. Questi aveva 17 anni, ma per non perdere la dote, sposò la cognata, che conservò così il potere di duchessa di Parma. Francesco, per risanare le finanze del Ducato, con l’approvazione della moglie, decise di ridurre le spese, proibendo spettacoli, feste e banchetti e licenziando gran parte della servitù, dei musici e dei buffoni. Alla sua morte, nel 1727, il nuovo duca fu Antonio Farnese, che morì dopo soli 4 anni, per cui erede del Ducato fu Carlo. Carlo però aveva solo 15 anni, per cui sua nonna Dorotea ne assunse la reggenza, continuando ad amministrare il Ducato, difendendo gli interessi dei Farnese dalle mira del papato. Il nuovo duca entrò a Parma nell’ottobre 1732, accolto da grandi festeggiamenti. Sul frontone del Palazzo ducale fu scritto Parma resurget (Parma risorgerà), e al Teatro Farnese fu rappresentato il dramma La venuta di Ascanio in Italia, composto per l’occasione da Carlo Innocenzo Frugoni.
Intanto la situazione in Spagna stava cambiando. Elisabetta era una donna autoritaria ed ambiziosa che non esitò ad essere aggressiva contro gli altri stati europei, nell’intento di riconquistare i possedimenti persi in Italia. Il suo potere aumentò ancora dal 1924, quando Filippo V, a causa della depressione, abdicò in favore del primo figlio, Luigi, che però morì dopo pochi mesi costringendo il padre a riprendere il potere. Di nuovo regina, Elisabetta diresse ancora una volta la politica spagnola, specialmente nell’ultimo periodo, quando il re perse gran parte delle sue facoltà mentali. Alla morte di Filippo nel 1746, salì al trono il secondo figlio, Ferdinando VI, che governò per 13 anni. Durante questo tempo Elisabetta continuò a tessere le trame per l’avvenire dei propri figli.
Carlo, alla sua nascita, aveva ben poche possibilità di salire un giorno sul trono di Spagna. Elisabetta pensò bene di indirizzarlo anche verso mete più probabili, come il Ducato di Parma e Piacenza e il Granducato di Toscana, di cui lei era erede, ma soprattutto verso il regno di Napoli che era appartenuto per 200 anni alla Spagna.
Carlo era stato allevato in modo severo e religioso, così come Elisabetta lo era stata da Dorotea. Nonostante ciò, Carlo aveva conservato un carattere allegro che lo rendeva simpatico a tutti. Seguiva sempre i consigli di sua madre, che lo portarono nel 1732 a diventare duca di Parma e Piacenza e due anni dopo a conquistare il regno di Napoli e la Sicilia. Nel 1737, Elisabetta Farnese combinò il matrimonio tra Carlo e Maria Amalia di Sassonia, nipote dell’imperatore Giuseppe I. Il matrimonio fu celebrato per procura a Dresda il 9 maggio 1738, con l’approvazione della chiesa. I festeggiamenti durarono fino al 3 luglio quando Carlo creò l’Insigne e reale ordine di San Gennaro, il più prestigioso ordine di Cavalleria nel regno. Carlo e Maria Amalia furono una coppia bene affiatata, anche se non si erano sposati per amore. Ebbero 13 figli e non vi furono pettegolezzi sulle loro vite private. Carlo era un appassionato di caccia e di pesca, ma amava anche l’arte e la cultura. Amava gli oggetti antichi ed era molto legato alla collezione farnese ereditata dalla madre, tanto da fare costruire un museo per ospitarla. Diede impulso agli scavi di Ercolano e aprì la fabbrica di porcellana di Capodimonte. Maria Amalia amava anche lei molto la cultura e appoggiò tutti i progetti del marito, in particolar modo quelli delle Regge di Caserta, di Portici e di Capodimonte e del Teatro San Carlo.