È un 2016 sporcatosi immediatamente di sangue quello sorto nel napoletano per effetto della più “classica” delle lite da discoteca.
Vittima della violenza di un 21enne, un 30enne accoltellato per uno spintone, mentre era in fila per entrare in una discoteca di Licola. É accaduto nelle prime ore del mattino del primo gennaio: il trentenne è in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita; in carcere con l’accusa di tentato omicidio un ragazzo di 21 anni, Rosario Vassallo, già noto alle forze dell’ordine.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Licola, la lite tra i due sarebbe scoppiata per uno spintone, forse anche involontario.
Prima le accuse, poi il colpo all’addome del trentenne di Mugnano di Napoli, ferito con un coltello. L’aggressore subito bloccato dagli addetti alla sicurezza del locale, è stato arrestato dai militari che hanno trovato sul posto l’arma di 20 centimetri e alcune stecche di hashish.
Armato di coltello e in possesso di stupefacenti: con queste intenzioni Vassallo si apprestava a festeggiare il nuovo anno. Reo di aver spintonato un giovane armato delle peggiori intenzioni, invece, il 30enne che ha visto brutalmente stroncare sul nascere il suo sano desiderio di divertimento.
Un copione che tacitamente e tristemente si ripete da tempo immemore, lungo le piste da ballo prese d’assalto dai giovani.
Uno spintone, uno sguardo di troppo, un gesto mal interpretato o animato dal malsano intento di volerlo interpretare male per conferire un’apparente legittimità a quel preponderante desiderio di sviscerare violenza, puntualmente contro chi palesa già dalle prime battute l’incapacità di difendersi, dimostrando di parlare un’altra lingua, ma non per questo meritevole di finire sotto le grinfie di certi ragazzi, incapaci di divertirsi in maniera sana e per questo animati dal prioritario intento di rovinare la festa agli altri.