Siamo a quota un milione di migranti sbarcati in Europa solo quest’anno, a riferirlo è l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, spiegando che gli arrivi si sono quadruplicati rispetto al 2014. E sono quasi 3700 le persone, in fuga da Africa e Medio Oriente, morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dall’ultimo Gennaio.
La cifra record è stata raggiunta solo ieri, e in totale gli arrivi sono stati 1.005.504. Si tratta di ingressi avvenuti attraverso sei Paesi dell’Ue: Grecia, Bulgaria, Italia, Spagna, Malta e Cipro. L’Unione europea continua a restare inerme, non riuscendo a reagire adeguatamente nonostante l’emergenza sia destinata a continuare e crescere nel 2016 ormai alle porte.
Nel frattempo, il direttore generale dell’Oim, William Lacy Swing, ha asserito: «Non è sufficiente contare il numero di coloro che arrivano o dei quasi 4mila dati per dispersi o affogati. Dobbiamo anche agire. La migrazione deve essere legale, sicura e protetta per tutti, i migranti stessi e i Paesi che diventeranno la loro nuova casa». Un auspicio che si scontra con le resistenze però, di molti Paesi dell’Unione e non solo a Est.
Nello specifico, l’Italia, seconda per numero di arrivi (150.317) è stata a lungo ignorata nonostante le richieste di intervento avanzate a Bruxelles. Poi, a settembre, la svolta con la cancelliera Angela Merkel, che ha aperto le frontiere tedesche ai rifugiati, finendo conseguentemente nel mirino di una parte del suo partito, in particolare in Baviera.
Dal canto suo, il presidente Usa, Barack Obama intende ospitare un vertice per discutere della crisi dei migranti, da tenersi in occasione dei lavori dell’Assemblea generale delle nazioni Unite che riunisce i leader di tutti i paesi rappresentati all’Onu a New York. “Questo anno – ha dichiarato l’ambasciatore americano all’Onu, Samantha Powers – ha dimostrato con dolorosa chiarezza che i nostri attuali sistemi, approcci e fondi sono inadeguati per affrontare la crisi”. Una crisi che già negli ultimi anni ha costretto 60 milioni di persone a fuggire dalle proprie case, il numero più alto mai registrato dalla seconda guerra mondiale.