Stanotte ho perso l’amore, non trovavo le parole nelle quali impacchettare il dolore e la rabbia che fanno a cazzotti con la delusione intrecciata alla speranza di riveder sbocciare quel sentimento, ancora così vivo e per questo capace di fare così male. Quelle parole me le ha date Valerio.
In questo periodo, il lavoro porta troppe tarantelle. Ma le tarantelle fanno parte della vita, lo sappiamo tutti, ma nessuno impara a conviverci né a ballarci dentro. Anche questo lo ha detto Valerio.
La notte porta consiglio, a patto che tu abbia ben chiara dentro di te la domanda da porle. Per chi barcolla tra “perplessità e mille pensieri” e solo un amplificatore di disagi emotivi. Quelle notti, animate da tempeste di contraddizioni, scorrono più lente e dispettose. Il freddo è più gelido, le distanze più lunghe, il dolore più forte, la solitudine più bastarda, l’amore più cieco, la nostalgia più grigia, la confusione più latente, la passione più ubriacante, come solo un efficace, ma fugace sedativo sa esserlo. In quelle notti siamo come il vento, “vulamm’ accà e allà”: anche questo stato emotivo così complesso da spiegare e ancor più da vivere, Valerio lo ha saputo illustrare con un’immagine, semplice ed essenziale.
La vita è precaria, incerta, zoppicante, tortuosa, spinosa, t’impone di rimboccarti le maniche e scavare a mani nude per superare i ripidi e flebili muri che interpone tra serenità e obiettivi, intenti ed opportunità, possibilità e impossibilità, per cui ci tocca “montarlo e smontarlo questo mondo”. Anche questa rientra tra quel genere di emozioni alle quali non sai dare un volto. E, allora, glielo ha scalfito Valerio.
L’utopia che in maniera più o meno consapevole aleggia nella mente di ognuno di noi è “vuless’ sta na jurnata senza pensier’”: questo, Valerio, ha avuto il coraggio di dirlo a voce alta. Anche per noi.
Valerio è una voce graffiata dalla rabbia e addolcita dalla dolcezza dell’emozione che come un salvagente irrompe quando mente, cuore ed anima faticano a stare a galla, mentre si destreggiano tra un mare di parole, malinconie, ricordi e sentimenti contrastanti che, spesso e facilmente, sanno diventare devastanti. E, almeno, ad alleviare quel tormento, ci pensa una bella canzone.