Il momento storico che imbriglia stati d’animo e politica mondiale è, senza dubbio, tra i più tesi e concitati di tutti i tempi.
Il terrorismo dilaga, spalancando le porte ad emozioni riluttanti, contrastanti, confuse e confusionarie che, sovente, sfociano in un mare di contraddizioni e/o conclusioni che, probabilmente, a mente e cuore lucidi e freddi non troverebbero posto ed espressione tra le pagine della vita terrena, almeno tra la gente comune e i liberi pensatori. O almeno, questo è quanto può e deve essere auspicato per la salvaguardia di quella di per sé flebile e provata espressione sensibile ed assennata d’umanità.
La foto proposta è stata pubblicata qualche giorno fa su facebook da Ignazio Corrao, Portavoce m5s in Parlamento Europeo e ritrae
Giovanni (detto Giancarlo) Lo Porto e Valeria Solesin.
Lui cooperante, lei studentessa.
Lui vittima della follia bellica in un raid americano in Pakistan, dove era andato ad aiutare gli ultimi, lei vittima della follia terroristica dell’ISIS, mentre trascorreva una normale serata all’insegna della musica e della spensieratezza, come tutti i ragazzi della sua età.
Una cosa li accomuna: lo Stato di appartenenza, l’Italia.
Due italiani, una veneta, l’altro siciliano, morti in terra straniera per mano di un’azione cruenta e violenta, criminale e criminosa. Entrambi sono rientrati in Italia adagiati in una bara, entrambi sono stati congedati dalla vita terrena mediante funerali civili/laici, entrambi vittime italiane, entrambi ragazzi pieni di voglia di vivere, entrambi intelligenti, entrambi contro la guerra.
La morte di Giancarlo, però, non genera commozioni, indignazioni, approfondimenti, né quell’effetto domino di post, foto, pathos e frasi ad effetto da condividere a profusione attraverso i social. Niente di niente. Come se Giancarlo non fosse morto. O come se non fosse mai esistito. La chiave di lettura dell’omertà non preclude di certo spazio alle interpretazioni.
Ai funerali del palermitano Giancarlo non c’era Renzi, né Mattarella, nessun esponente del governo, neanche regionale. Nessuno. Solo il Sindaco di Palermo. Per la morte di Giancarlo Lo Porto non c’è stata una mobilitazione della stampa, niente servizi di approfondimento televisivi volti a scovare qualsiasi dettaglio utile a generare il tanto agognato audience, nessuna sete di giustizia ed emotività popolare.
La morte di Giancarlo passa in sordina mediante una celere e grossolana battuta di agenzia, a dispetto di un profilo e di una biografia che ben si sarebbero adattati alla “tv strappalacrime” di casa nostra: Giancarlo era davvero la classica “anima buona e generosa”, un ragazzo della umile Palermo che aveva dedicato tutta la sua vita e professionalità ad aiutare gli altri e che il cooperante lo faceva di mestiere e nei posti più difficili del pianeta.
Le dinamiche folli e concitate che hanno portato alla morte di Valeria Solesin nell’ambito dell’agguato terroristico messo a segno al teatro Bataclan sono ampiamente note. Giancarlo, invece, è stato “accidentalmente” ucciso da un drone americano lungo il confine tra Afghanistan e Pakistan, mentre era ostaggio.
Obama si è scusato pubblicamente. Renzi non ha rilasciato dichiarazioni e la medesima omertà è stata colpevolmente applicata alla notizia dai media.
“Ad oggi, non è ancora stata fatta chiarezza sulle responsabilità del governo americano e di quello italiano in relazione alla morte si Giancarlo. – si legge nel post di Corrao – Ma questo non sembra interessare a nessuno.”
Del resto, attualmente la priorità è combattere il terrorismo islamico e vendicare le morti di Parigi, tra cui anche quella di Valeria Solesin.
“Vittime uguali ma diverse. Vittime di diverso livello. Perché il popolo deve indignarsi e commuoversi se si muore per dei folli terroristi, ma è meglio non parlarne troppo se si muore di fuoco “amico”. Se i civili li ammazza la NATO non sembrano essere lo stesso tipo di civili, sembrano valer meno… Giancarlo non meritava il silenzio desolante di questo Governo. Giancarlo meritava attenzione, voglia di giustizia e di approfondimento e lo merita ancora… Così come forte è rimasta la voglia di verità della famiglia, degli amici e di chi crede che la guerra non sia mai una soluzione. E sono certo che Valeria avrebbe condiviso questo concetto…”: termina così il post del portavoce m5s in Parlamento Europeo.
Una foto, delle parole, dei sentimenti che ben incarnano una triste ed innegabile realtà: esistono morti di “Serie A” e di “Serie B”.