La storia di Maria Gentile, fin da subito e per varie ragioni, riporta alla mente quella di Gelsomina Verde.
Entrambe prima uccise e successivamente, il cadavere è stato dato alle fiamme all’interno di un auto.
Entrambe vittime del braccio armato del crimine.
Entrambe uccise per regolare qual genere di questioni che, nel gergo camorristico, si risolvono così: a discapito di una vita innocente, eppur colpevole, secondo quell’indecifrabile ed articolato codice etico alla base dell’ideologia camorristica.
Accade a Sant’Antimo, poco distante da quello che fu il teatro di morte di Gelsomina.
Maria Gentile, una donna di 30 anni è stata uccisa e il suo corpo dato alle fiamme probabilmente per una vendetta trasversale tra malavitosi legata a un commercio di droga. La vicenda è ancora oscura per molti aspetti, ma gli inquirenti sono fortemente convinti di battere la pista giusta e hanno già eseguito alcuni provvedimenti giudiziari.
I carabinieri hanno fermato tre persone per l’omicidio di Maria, il cui cadavere è stato rinvenuto carbonizzato in un’auto in fiamme la scorsa notte in via Toriello Separiello a Sant’Antimo, in provincia di Napoli. I militari hanno fermato un uomo, sua figlia e il fidanzato di quest’ultima.
Il movente dell’omicidio, sostengono gli inquirenti, uno sgarro legato al traffico di droga.