È il giorno più triste che di per sé sguazza in un mare di già abbondantemente straziante sofferenza per la famiglia, gli amici e i conoscenti di Antonio Masullo, il ragazzo travolto da un’auto a via Argine, a Ponticelli, mentre, uscito dal palazzetto dello sport dopo il consueto allenamento quotidiano, stava attraversando la strada per recarsi a casa, nel parco delle cinque torri, ubicato proprio di fronte all’impianto sportivo.
Oggi, Antonio avrebbe compiuto 20 anni.
Una festa negata dall’irruenta brutalità di un destino franato con perentoria violenza su quella giovane vita, travolgendola, devastandola, uccidendola.
Un giorno di rabbia e dolore, di riflessione e rammarico, di assordante e religioso silenzio.
Una morte, quella del giovane Antonio che ha segnato ed addolorato profondamente il quartiere che da tempo immemore lamentava quel modus operandi che lungo quella strada teneva banco per mano di automobilisti dal piede pesante.
Tra la vita di sempre e la prima festa di compleanno negata ad Antonio, la prima di una lunga e triste serie, vi erano quelle due lingue d’asfalto divise da un’aiuola.
Ci ha pensato la repentina coesione di un insieme di elementi che hanno disegnato quel cinico e cruento quadro di morte ha eternamente scalfito in quello che oggi poteva essere un giorno di festa per la famiglia Masullo, i marcati tratti del dolore. Quello vero.
Doveva essere un giorno di festa, sarà per sempre uno dei giorni di dolore più forte.
Buon compleanno, Antonio… ovunque tu sia