È il 1993 quando Pino Daniele confeziona “Che Dio ti benedica”, il suo quindicesimo album.
Un disco che si distacca dalle sonorità degli anni 70/80, evidenziando una vocazione e una timbrica prettamente pop, pur mantenendo la tipica impronta armonica che rappresenta il biglietto da visita della musicalità di Pino Daniele.
Un album all’interno del quale il Nero a metà incastona una serie di autentiche e pregevoli perle musicali. Sicily, Mal di te: sono alcuni degli esempi più eloquenti della metamorfosi alla quale vanno incontro sentimento ed emozioni quando si convertono in musica, accordi e parole. Ci pensa la voce soffusa di Pino Daniele ad avvolgere il tutto in un velo di inebriante magia.
“Che Di ti benedica” è anche e soprattutto l’album di Allora si: una favola musicale imbastita in una melodia dolce e dal retrogusto malinconico, tra le cui pieghe si scorgono frammenti di vita reale, di emozioni e sentimenti reali.
“Lunedì,
mi lasciasti in quell’angolo così
gli occhi fissi sulle tue parole
non ti serbo rancore, ora.
Lunedì,
mi tenevi stretto fra i libri di scuola
fra i palazzi vecchi di questa città
che mi dà emozione, ancora.
E allora sì
che vale ‘a pena e vivere e suffri’
e allora sì
che vale ‘a pena e crescere e capi’
credere ancora all’amore
farsi portare un po’ di più
oppure è tutta suggestione questa vita.
questa vita
Lunedì,
cerco Enrico ma Enrico non si trova
forse è a casa oppure in autostrada ancora
noi che corriamo troppo in questa solitudine.
E allora sì
che vale ‘a pena e vivere e suffri’
e allora sì
che vale ‘a pena e crescere e capi’
credere ancora all’amore
farsi portare un po’ di più
oppure è tutta suggestione questa vita
questa vita”