Il destino disegna trame beffarde, crudeli, meschine, fortemente ciniche, dalle quali risulta impossibile sottrarsi. Questo appare evidente soprattutto al cospetto di morti accidentali che scaturiscono da un insieme di circostanze che “incastrano” una vita, imponendole, per l’appunto, di andare incontro al proprio destino.
Questo è quanto tristemente sottolinea, ricorda e ribadisce la morte di Luciano Palestra: operaio, marito, padre di Massa di Somma, deceduto durante il pomeriggio di ieri, in seguito ad un crollo verificatosi presso la Facoltà di Ingegneria di Aversa.
Luciano Palestra, operaio edile di 41 anni, era sposato con Anna e aveva tre figli. Abitava a Massa di Somma ed era stato assunto da pochi giorni da una ditta di Venafro che opera nel ramo delle ristrutturazioni.
I familiari sono stati avvisati dell’accaduto dalle forze dell’ordine. Una notizia che mai, nessuno, vorrebbe ricevere. Una corsa, disperata e rocambolesca, lì, ad Aversa, all’interno di quell’università, tramutatasi insospettabilmente el teatro di morte che ha accolto l’ultima scena di vita terrena di Luciano. «Esprimo a nome di tutto l’Ateneo profondo cordoglio e dolore per la morte di questo lavoratore – afferma il Rettore Giuseppe Paolisso – vittima di un tragico incidente». Cordoglio opportunamente affiancato da una provvidenziale precisazione: l’incidente «è avvenuto in una zona di cantiere dell’edificio di proprietà dell’Università, ma affidata all’impresa per lavori di ristrutturazione. Zona, naturalmente, interdetta al pubblico».
Ieri pomeriggio, erano poco prima delle 18.45 quando il gruppo di operai impegnato nei lavori di ristrutturazione nel complesso storico che ospita la Scuola di Ingegneria, stanziavano nell’ala dell’edificio in cui erano in corso lavori di ampliamento.
Luciano stava lavorando ad alcuni metri di altezza quando è avvenuto il cedimento del solaio che lo ha travolto e lo ha fatto precipitare sul pavimento.
Per l’operaio napoletano non c’è stato nulla da fare, anche se da più parti viene ribadito in queste ore di dolorante e comprensibile disperazione per i familiari che i soccorsi siano stati celeri e tempestivi.
E soprattutto è la telefonata del premier Renzi a trovare spazio e visibilità, in relazione alla suddetta tragedia. La preoccupazione del premier, una volta appresa la vicenda, è la notizia che, in un Paese come l’Italia, fa notizia.