A più di 10 anni dall’uscita del film ‘Il Resto di niente‘ di Antonietta de Lillo, tratto dall’omonimo romanzo di Enzo Striano su Eleonora Pimentel Fonseca e la Repubblica Partenopea del 1799, nasce un progetto didattico chiamato “A scuola con il Resto di niente” che nel 2016 riporterà il film nelle sale e nelle scuole.
Lo scopo del progetto è quello di avvicinare gli studenti napoletani alla lettura del romanzo di Striano, pubblicato nel 1986, attraverso le sue pagine e attraverso la visione del relativo film,prodotto nel 2004 da Mariella li Sacchi e Amedeo Letizia, e presentato fuori concorso alla 61ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
L’iniziativa sarà presentata domani 30 Ottobre alle 18 nella Sala del Capitolo del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore.
La proiezione del film sarà anticipata da un incontro con la regista,a cui presenzieranno l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele, Enzo Moscato che nel film è Gaetano Filangieri, il critico Valerio Caprara e i figli dello scrittore, Apollonia, Maura e Daniele Striano.
Mondadori, editore del romanzo, e l’Ufficio scolastico campano, offriranno alle scuole medie e superiori, che ne faranno richiesta ([email protected]),libro e dvd per incontri e percorsi didattici.
Dal 3 novembre prenderà il via il tour di proiezioni,già confermate diverse date al cinema La Perla a Bagnoli, al Kino di Roma e al Beltrade di Milano.Saranno organizzati inoltre tour guidati nei luoghi simbolo della Repubblica Napoletana del 1799 e nei luoghi dove il film è stato girato.
«Il film è arrivato nelle scuole un po’ “clandestino” –afferma la de Lillo– ma è una storia importante per le nuove generazioni, è il diario intimo di una condannata a morte, racconta una gioventù ribelle desiderosa di un mondo migliore e pronta a difendere le istanze della libertà».
Il film,girato a Napoli e pluripremiato,racconta le vicende umane e politiche della Napoli di fine Settecento attraverso le poche ore che precedono la morte di Eleonora de Fonseca Pimentel,condannata per lesa maestà nei confronti di Re Ferdinando IV di Borbone, avvenuta per pubblica impiccagione il 20 Agosto 1799.
Nel film la regia si sofferma sugli stati d’animo di Eleonora,interpretata da una brava Maria de Medeiros, (così legata al personaggio tanto da chiamare sua figlia Eleonora) e sui suoi sentimenti, per mettere in risalto dolori, speranze e passioni di un’intera esistenza incentrata sull’impegno civile e politico. Si compone così, attraverso il filo della memoria, il ritratto di una donna moderna, coraggiosa e libera.
Come nel romanzo di Striano,anche il film indaga con straordinaria forza evocativa e con grande rigore storico l’esperienza della donna impegnata politicamente,ma anche il suo matrimonio infelice, la morte prematura dell’unico figlio, gli amori di gioventù e quelli della maturità;e poi la fede, le sue amicizie con intellettuali e rivoluzionari come Vincenzo Cuoco a Guglielmo Pepe e le sue passioni, fino al tragico epilogo.
Portoghese di origine ma napoletana d’adozione, Eleonora de Fonseca Pimentel fu poetessa e scrittrice.Fu soprattutto una delle prime donne giornaliste in Europa.Fondato e curato da lei, Il Monitore Napoletano fu il primo periodico politico di Napoli.
A proposito del progetto didattico, a questo punto assumono ancor maggior peso le parole spese sul romanzo di Striano da Pier Vincenzo Mengaldo, storico della lingua, filologo, critico, intervistato l’estate scorsa da Paolo Di Stefano per La Lettura,inserto del Corriere della Sera:«Quel romanzo dice una cosa molto importante. E cioè che per Napoli e per l’Italia in generale quella sconfitta del 1799 è stata fondamentale: bisogna risalire lì per comprendere i problemi di oggi».