Amore, solarità, ironia, dinamismo: il 18enne Antonio Manzo è l’emblema della voglia di vivere. Questo e molto altro raccontano di lui quelle foto postate sui social alle quali i giovani affidano il compito di descrivere il proprio, quotidiano e personale “sempre”.
Un sempre che, da ieri, per Antonio si è repentinamente tramutato in un tristissimo “mai più”.
Diciotto anni compiuti lo scorso luglio, studente del quinto anno al liceo scientifico Evangelista Torricelli di Somma Vesuviana, la vita di Antonio è stata falciata da un tragico incidente, consumatosi su una delle “strade killer” per eccellenza dell’hinterland vesuviano: via Circonvallazione di Somma Vesuviana.
Ieri pomeriggio Antonio era in sella ad uno scooter, alla cui guida c’era un suo amico, rimasto illeso; secondo una prima ricostruzione, in seguito ad un sorpasso, lo scooter con a bordo i due giovani avrebbe impattato una Fiat Panda e si sarebbe ritrovato di fronte un’altra auto, una Punto, che arrivava dall’incrocio con via Marina. Così il ragazzo alla guida avrebbe perso il controllo del mezzo. Entrambi i giovani indossavano il casco, ma l’impatto sarebbe stato così violento da sbalzare Antonio dalla sella e farlo precipitare sul marciapiede. Il diciottenne sarebbe morto all’istante. I carabinieri della stazione di Somma Vesuviana al comando del maresciallo Raimondo Semprevivo, giunti poco dopo sul luogo dell’incidente, hanno effettuato i rilievi del caso per ricostruire in maniera più chiara la dinamica.
Intanto, impazza la polemica sulla scarsa sicurezza di quel pericolosissimo tratto di strada, risalente agli anni ’60 e teatro, nel corso degli anni, di innumerevoli incidenti mortali, analoghi a quello consumatosi durante il pomeriggio di ieri e costato la vita ad un ragazzo di 18 anni, di appena 18 anni.
È morto così Antonio, percorrendo una delle strade del suo “sempre”, in sella allo scooter di uno degli amici di “sempre”, durante l’anno scolastico topico, quello che sarebbe sfociato nell’esame di maturità spalancandogli il futuro verso nuove esperienze, nuove avventure. Se solo i suoi “sempre” non si fossero schiantati nel più lugubre, funereo e perentorio dei “mai più”.