Si apre con il testo in dialetto “lumbard” della celebre “O mia bela Madunina”, un comunicato stampa di RADIO RAI che dà notizia al popolo della Canzone Napoletana, quella cioè conosciuta in tutto il mondo come unica e vera espressione canora di tutto il Bel Paese, che l’archivio storico della canzone napoletana, costruito con la passione ed il contributo di tantissimi cantanti e musicisti partenopei, lascia la “madre patria” per emigrare nella città meneghina, un tempo capitale “morale” e che, sembrerebbe garantire una migliore e più adeguata casa al “nostro” patrimonio culturale, rispetto alla sede napoletana RAI di Via Marconi!
“Siamo sconcertati, –dichiara Ciro Daniele, l’appassionato ricercatore e scrittore che insieme ad Antonio Raspaolo, coordina il Centro Studi sulla Canzone Napoletana – con il trasferimento a Milano dell’archivio storico e sonoro dedicato alla tradizione canora e musicale napoletana, un altro grave colpo viene assestato alla cultura partenopea. Sembra quasi un paradosso quello che viene manifestato nel comunicato stampa di Radio Rai nel momento in cui l’estensore della nota informativa, mette in relazione l’aspetto di “capitale economica” riferendosi a Milano, e la canzone napoletana. Se questo è stato il criterio con il quale la RAI (ente pubblico che vive grazie al canone obbligatorio pagato da tutti i cittadini italiani, Napoletani compresi) ha deciso di privare un pezzo importante del patrimonio anche, ma per i Napoletani tutti non principale, “economico” della Città di Napoli, ancora più grave appare la decisione di impoverire ulteriormente il “capitale” della Città che ha generato questo immortale genere musicale!”
“Ci aspettiamo una presa di posizione forte da parte dei parlamentari Napoletani, rammentando che il Presidente della Commissione di Vigilanza della RAI è anch’egli un napoletano verace, dichiara Giuseppe Serroni, Presidente dell’Associazione I Sedili di Napoli, affinché venga fatta chiarezza su questa anomale vicenda che ci riporta indietro di centinaia di anni, quando i più grandi talenti napoletani, come Enrico Caruso, per citarne uno, furono costretti a preparare la valigia di cartone per cercare altri lidi dove poter esprimere la propria passione e preservare le proprie radici storiche. Lontano da Napoli, trovarono si spazio ma chi ci lucrò in termini meramente “economici” furono solo le case discografiche, guarda caso quasi tutte con sede a Milano, come ricorda poco sobriamente ma molto significativamente lo stesso comunicato stampa Rai! Stiamo valutando con tutte le Associazioni musicali cittadine che, come l’Associazione Mastro Masiello Mandolino, ogni anno accendono i riflettori sulla Canzone Napoletana e sull’antica Arte della Posteggia, forme pacifiche ma significative di protesta civile. Ridateci ciò che è nostro, perché Napoli è una Città capace, nonostante le enormi difficoltà, spesso anche di natura burocratica, di gestire al meglio le sue risorse, mettendo in primo piano l’Amore ed il Rispetto per le sue Radici ed in secondo piano quello mercantile ed economico che invece sembra emergere dalle dichiarazioni RAI”.