Carmelo era un ragazzo come tanti, dotato di una sensibilità pregevolmente rara.
Imbriani era un giovane calciatore che era riuscito a realizzare il suo sogno conquistando un posto e una maglia nella squadra alla quale guardano tutti i ragazzini campani: il Napoli.
Un sogno troppo bello, troppo grande che Carmelo per primo stentava e faticava a percepire come reale. E gli articoli di giornale che gelosamente le sue mani ritagliavano e custodivano, lo confermano.
Carmelo sottolineava con l’evidenziatore quelle parole che raccontavano la sua storia di calciatore, quasi come a voler esser certo di quello che stessero leggendo i suoi occhi e che i suoi occhi per primi stentavano a percepire come reale.
Un’emozione troppo bella, troppo grande per essere vera: questo raccontano quei ritagli di giornale che immortalano la sua carriera di calciatore e lasciano trasparire la sua essenza d’uomo semplice ed estremamente umile.
Il suo talento, gracile ed orgoglioso, le aspettative che in lui riponeva mister Boskov, le pressioni dei tifosi, la sua storia di ragazzo semplice così dissonante con quel mondo fatto di schiamazzi ed auto di lusso: questo e molto altro raccontano quei titoli, quelle fotografie, quelle pagine ingiallite, ma incapaci di sbiadire.
E, soprattutto, la realizzazione di quel sogno lo portava a veder scalfito in grassetto il suo nome accanto a quello dei big del calcio italiano, eppure, ciò nonostante, Carmelo imponeva a quel sogno un armonico volo sulle rare frequenze dell’umiltà: quella che trapela in tutta la sua disarmante e speciale sincerità proprio attraverso quegli articoli, ritagliati da Carmelo, con le sue stesse mani.