Prima l’interruzione tra Caltanissetta ed Enna, poi il crollo del pilone sulla A19 Palermo-Catania, e solo due giorni fa una nuova frana sulla A18, insomma, la Sicilia ad oggi sembra divisa in 3 parti, per questo non si placano di certo le polemiche.
A prendere la parola riguardo l’ultima frana sulla A18 è il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, che ribadisce l’urgenza di porre rimedio al dissesto idrogeologico, oltre al segretario però si uniscono i residenti di Letojanni, dove Il mostro di detriti e terra rinsecchita è lì, in bella vista. Gli abitanti del luogo prendono posizione sulla frana dell’A18 e sulle conseguenze che hanno portato allo sgombero di alcune abitazioni.
Sulla questione si è costituito infatti un comitato di cittadini, il “Comitato Pro Andreana“: “Dopo aver preso atto della decisione del Comune di chiudere la Contrada che da un ventennio noi del Comitato Pro Andreana curiamo ripuliamo e nella quale quando serve interveniamo con ruspe e mezzi per renderla praticabile da tutti i 300 abitanti tra proprietari locatari e promissari del Residence – si legge in una nota -, ci sentiamo per l’ennesima volta colpiti dalle autorità che anziché prodigarsi per mettere la strada in sicurezza, si stanno occupando della questione più facile: la chiusura di un residence dove il maltempo di questi giorni non ha cambiato nulla, escludendo qualche caduta massi su abitazioni del tutto disabitate e dove il resto dei fabbricati sono a tutt’oggi nelle medesime condizioni di 20 anni fa. Chiaramente va dato ampio merito alle parole del sindaco Alessandro Costa che vorrebbe la sicurezza dei suoi concittadini e con questo gesto vuole dare un segno di forza a chi in questi anni è rimasto a guardare, a chi in questi 23 anni ha atteso che il fallimento da 300 milioni arrivasse a toccare i 3 miliardi di vecchie lire“.
In un’altra nota del comitato dei cittadini si legge poi: “chiudere la strada o reiterare azioni che le passate Amministrazioni hanno già applicato come “atti di sgombero” e blocchi stradali non risolve il problema, anzi lo amplifica perché chiudere significa prorogare all’infinito l’inizio dei cantieri per la messa in sicurezza. C’è chi è residente e non ha alcun altro luogo dove andare. Questa chiusura è un ulteriore aiuto alle ditte che dovrebbero intervenire, ai proprietari terrieri ed un ulteriore schiaffo a chi pagò il suo immobile integralmente e da 20 non ne può usufruire in maniera completa, perché ci sono residenti che in questi anni hanno dovuto impegnarsi di tasca per migliorare la propria casa e le condizioni delle palazzine e della strada. Speriamo vivamente che queste frane annunciate e attese servano a prendere coscienza della disastrosa situazione della collina Letojanni e se dovuta ad anni di abbandono e superficialità da parte delle istituzioni e dei privati. Sono trascorsi 25 anni e nulla è stato fatto. Intervenire è una questione di salvaguardia dell’incolumità dei cittadini che pagano le tasse e hanno speso i loro risparmi per vivere in questo luogo meraviglioso“.
Nel frattempo ‘Crollo colposo’, è l’ipotesi di reato sulla quale si sta muovendo l’inchiesta della procura di Messina per la frana. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro, attualmente è contro ignoti.
La Procura ha aperto un fascicolo disponendo l’acquisizione di fotografie dell’intera area interessata alla frana, ed altri documenti atti al raggiungimento di un quadro completo della situazione per chiarire i motivi che hanno portato allo scivolamento di una parte della collina. Le prime avvisaglie di un movimento della terra si erano avute già venerdì scorso, poi lunedì il fronte della frana si è allargato facendo arrivare sulla carreggiata detriti e terra.