Immagini forti, crude, agghiaccianti che, da ieri, incessantemente si susseguono sul web, collezionando migliaia di clic nel giro di poche ore. Sono le immagini che raccontano l’agguato costato la vita a Salvatore D’Alpino, nel quale fu ferito Sabatino Caldarelli il 30 luglio scorso, provenienti dalle telecamere di videosorveglianza della pizzeria a ridosso della quale fu ferito anche Sabatino Caldarelli.
Un killer giovanissimo, con il volto coperto dal casco, apre il fuoco con cinica freddezza contro D’Alpino, stroncando quella vita e, al contempo, l’ordinaria ed apparente tranquillità di quel contesto, in pieno giorno, in un giorno qualunque, nel cuore dell’estate, irrompendo con lo sfrontato e temibile impeto, peculiare del braccio armato del crimine.
Nell’ambito degli arresti maturati durante la giornata di ieri e che hanno inferto una dura stangata al clan Buonerba, soprannominati “i capelloni” ed associati al clan Mazzarella, sono scattate le manette anche per esecutore e mandanti di quell’omicidio che va collocato nella fitta e complessa trama che narra la faida di camorra che tiene banco tra i vicoli del centro storico e attribuisce alla cosiddetta “paranza dei bimbi” un ruolo cruciale.
Tutto è partito da lì, da via Oronzio Costa, strada ribattezzata dai Buonerba “la via della morte”, era il 27 giugno scorso, quando venne messo a segno un raid volto a danneggiare auto, balconi e finestre. Due giorni dopo, all’ospedale Loreto Mare, giunsero tre minorenni legati ai Sibillo feriti in un agguato ed anche quest’episodio è considerato nel decreto di fermo e soprattutto la morte di Emanuelle Sibillo, il boss dei baby-camorristi, deceduto al Loreto Mare il 2 luglio scorso.
Tuttavia, in relazione all’agguato ritratto in quel video, emerge un’ipotesi che incupisce ancor più la vicenda, nell’ambito di una faida sempre più complessa, che ipotizza la discesa in campo anche di un altro potente clan, quello dei Rinaldi di San Giovanni a Teduccio, da sempre acerrimi rivali dei Mazzarella e alleati dei Giuliano-Sibillo fino alla retata della “paranza dei bimbi”. Con il vuoto di potere lasciato dal blitz, i Rinaldi starebbero cercando di appropriarsi del controllo delle estorsioni alla Maddalena per non lasciarle al controllo dei nemici Mazzarella. Racket che sarebbe stato controllato fino a tempi recenti da Salvatore D’Alpino, non si tratta però dell’uomo ucciso nell’agguato ritratto nel video, bensì di un suo cugino omonimo legato ai Giuliano.
Pertanto, l’uomo deceduto in quell’agguato potrebbe essere stato ucciso per sbaglio, in virtù di un clamoroso caso di omonimia, rafforzato da una somiglianza fisica: il killer arrestato ieri potrebbe aver sbagliato persona e aver ucciso il D’Alpino sbagliato.