“Anna Ferrara nuova referente del Comune per contrasto a racket ed usura. Fondatrice e presidente dell’Associazione Commercianti Ponticelli, nonché volontaria degli sportelli antiracket e antiusura di SOS Impresa Fondazione PULUS, è stata nominata, attraverso un decreto sindacale, referente a sostegno delle iniziative di contrasto al racket e all’usura del Comune di Napoli, avendo il sindaco riservato a sé la delega alle politiche anticorruzione, antiracket e antiusura.“ Così viene presentata, nel giugno del 2013, la protagonista della vicenda che esige e rivendica di esser resa nota ai cittadini e alle istituzioni.
Lo scorso maggio, in seguito alla pubblicazione dell’articolo, divulgato attraverso le pagine di questo stesso giornale, in cui si richiamava l’attenzione delle istituzioni sulla condizione di degrado e fatiscenza nella quale versa il campo di calcio a disposizione dei bambini del parco Merola, venivo contattata dall’entourage del sindaco de Magistris che, su disposizione dello stesso, mi comunicava la volontà da parte delle istituzioni di attivarsi in tal senso. Quello fu il giorno in cui Anna Ferrara entrò nelle nostre vite. Nella mia e in quella dei condomini del parco Merola, in veste di figura istituzionale chiamata ad affiancarmi per portare avanti un percorso utile a consegnare un futuro più roseo a quei bambini.
La Ferrara ha fin da subito ampliato il suo raggio d’azione, estendendolo a ben altre opere di riqualifica, così come provato dal fatto che diede disposizioni “ad amici di” e a conoscenti, possessori di ditte ed aziende, di attivarsi per ripulire le aree verdi del parco “a titolo amichevole”.
Una sorta di “rito d’iniziazione”, quello avviato dalla Ferrara, per consegnare una palpabile “prova di forza” ai condomini del parco. Nelle ore immediatamente successive, la donna volle un incontro con gli stessi, chiedendomi espressamente di documentarlo, con tanto di articolo e foto, a testimonianza dell’impegno di cui si faceva carico: “le fogne saranno spurgate entro un mese. I rovi che circondano il parco saranno estirpati entro un mese. Introdurremo cestini per le carte, la aiuole intorno alle aree verdi del parco, le giostrine, le panchine e il campo di calcio massimo tra un paio di mesi sarà pronto. Devo sentirmi con Malagò, siamo in ottimi rapporti…” così parlava Anna Ferrara nel cuore dell’estate ai condomini del parco Merola.
Il suo unico intento – che con il senno di poi trova inconfutabile riscontro nella realtà – era far leva sulle amicizie e sui favori di amici imprenditori e non solo, per espletare delle mansioni non confacenti al potere istituzionale conferitole dalla delega detenuta, con il chiaro ed innegabile obiettivo di agire senza scomodare i vertici comunali per dimostrare a questi ultimi le sue capacità e, al contempo, entrare nelle grazie dei cittadini. Basandosi sul medesimo principio, riuscì a mettere a disposizione dei bambini del parco, una palestra e un operatore del palazzetto dello sport di Ponticelli. “Andrete al campo estivo con la piscina”: promise a genitori e bambini, nell’ambito di quello stesso incontro.
Quello fu il primo passo falso compiuto dalla donna: non c’era e non c’è mai stata nessuna piscina in quella sede e i bambini, all’interno di una palestra al chiuso, non potevano fare altro che giocare a calcio o a pallavolo. Ragion per cui, facevano ritorno a casa, completamente zuppi di sudore. Questo fu il primo motivo di malcontento per quelle madri che provavano a spiegare alla Ferrara che non volevano che i loro figli subissero simili mortificazioni e che venissero declassati in un “campo estivo di serie b” solo perché non disponevano dei mezzi economici per assicurargliene uno a pagamento. E quelle donne spiegavano questo concetto in modo più che comprensibile, anche se si servivano di un italiano imperfetto. Era la signora Ferrara ad essere incapace di capire, perché non voleva farlo.
Ma quando si osa compiere il passo più lungo della gamba, prima o poi, si è chiamati a fare i conti con i rischi ai quali ci si espone.
Trascorsero due mesi, conditi da promesse, scadenze non rispettate, illusioni, belle parole e nulla di concretamente compiuto, eccezion fatta per l’innesto di cinque cestini per carte, grazie al “solito” favore dell’amico di turno.
La gente era scossa, spazientita, infastidita da quella manovra palesemente politica che, di giorno in giorno, collezionava promesse ed impegni non mantenuti, arroganza, soprusi e deliri d’onnipotenza.
La signora Ferrara, dopo aver tratto la sua nutrita fetta di visibilità spalleggiando la realizzazione delle opere di street art, al cospetto della palpabile ed imminente insurrezione popolare, ha iniziato a defilarsi, sostenendo che non aveva tempo né modo di recarsi personalmente nel parco e si è fatta scudo della sottoscritta: una giornalista, una donna di 31 anni, che da maggio ad oggi, non si è mai sottratta all’impegno e alle responsabilità ricoperte a tutela di quei bambini, di quei cittadini.
Le immagini, meglio delle parole, immortalano e documentano come e quando Anna Ferrara ha raggiunto il punto di non ritorno.
Nei giorni in cui, per ragioni di carattere familiare, ero impossibilitata a recarmi nel parco, la Ferrara, sempre avvalendosi del favore di un amico imprenditore, diede ordine di fissare le recinzioni che dovevano, a suo avviso, delimitare le aiuole.
Pali dell’altezza di circa 50 centimetri, palesemente e vistosamente arrugginiti, intramezzati da reti in plastica, tagliati in superficie e pertanto, appuntiti, taglienti. PERICOLOSI.
Queste, per Anna Ferrara, sono le aiuole che meritano i condomini del parco Merola.
I risultati sono quelli documentati: quel materiale ha arrecato danni non a persone, ma a bambini che non sono stati “messi in sicurezza”, piuttosto sono stati esposti ad un pericolo scontato, prevedibile, evitabile, VERGOGNOSO perché umilia e mortifica le primordiali regole alla base della civiltà.
Li ha trattati come animali e questo non glielo perdonerò mai e con me tutta la gente che realmente vive tenendo fede ad ideali, quali civiltà e legalità, lo ha fatto in mia assenza e ha abusato della loro “paura di difendersi”.
Già, nel mentre, per consolidare la sua egemonia, la Ferrara esercitava una forte pressione psicologica sui condomini, ricordandosi, quando le faceva comodo e nella forma più spropositata, quale fosse la natura della delega di cui è detentrice.
“Quando stai con me non devi avere paura di niente”, “Anna Ferrara è potente”, “se ci sono i carabinieri che vengono per farvi firmare e non vi trovano, perché state nel parco a parlare con me, non succede niente, non vi fanno niente, perché ci sto io”: queste le “frasi ad effetto” delle quali la referente a sostegno delle iniziative di contrasto al racket e all’usura del Comune di Napoli, si avvale per troneggiare sul popolo. E sia ben chiaro, l’aspetto più triste della vicenda, va rilevato nel fatto che allo stato attuale, nessun residente del parco Merola ha l’obbligo di firma. Questo lo sapeva bene la Ferrara che ha preso informazioni sui condomini del parco e ha volutamente scelto di lanciare frecciatine a chi in passato ha avuto problemi con la giustizia, ma che, oggi, svolge una vita normale, tranquilla, onesta.
A testimonianza della grande civiltà dei residenti del parco Merola, va detto che sono stata io ad ordinare di rimuovere quell’ammasso di ferraglia arrugginita, prima che qualche bambino si ferisse gravemente. E la signora Ferrara dovrebbe ringraziarmi per averlo fatto. Quella è stata la sera in cui, ai residenti del parco ho spiegato di non dover temere niente e nessuno, perché non erano e non sono loro ad essere dalla parte del torto e che non è quello il modo di “inculcare la legalità” nella popolazione e quindi anche in loro, cittadini con gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri.
Non era colpa loro se la signora Ferrara aveva perso il contatto con la realtà.
È facile far leva su chi è incapace di difendersi, per mancanza di cultura o semplicemente perché indotto a credere che agendo diversamente rischia di cacciarsi nei guai.
Quando ha appreso della rimozione di quella robaccia che aveva introdotto con tanto entusiasmo, la Ferrara ha definito i condomini del parco Merola “incivili”.
Al cospetto del pericolo rappresentato dai calcinacci che per effetto del caldo massiccio seguitavano a distaccarsi dai palazzi, liquidò la questione affermando: “Non è un problema di mia competenza”.
Neanche gli altri impegni di cui si era fatta carico lo erano, questo deve essere chiaro a tutti. Questa donna ha scavalcato il sindaco, – il quale, va doverosamente precisato, era all’oscuro di tutto, fino a quando la Ferrara era “figura attiva” all’interno del parco – arrogandosi arbitrariamente un potere che non le compete, portando avanti degli interventi in totale autonomia e mettendo perfino a repentaglio l’incolumità di una comunità.
E chi ha il potere/dovere di far luce sulla vicenda è chiamato a farsi avanti.
Così come attendiamo che chi di dovere chiarisca se il mandato detenuto dalla stessa signora Ferrara, alla quale non è attribuita alcuna scorta, l’autorizza a viaggiare sulle auto delle forze dell’ordine, mostrandosi in compagnia di figure di rilievo appartenenti alla suddetta categoria.
E soprattutto è doveroso chiarire che nessuno ha mai minacciato o intimato alla signora Ferrara di non farsi più vedere nel parco Merola. A grande riprova della serietà con la quale porta avanti gli impegni presi con la cittadinanza ha arbitrariamente scelto di dileguarsi nel nulla, quando la situazione si è fatta tesa, a ridosso della visita del sindaco de Magistris, nell’ambito della cerimonia inaugurale delle opere di street art. Avrebbe lasciato che la persona che le ha accordato “il potere” che tuttora detiene subisse un potenziale linciaggio da parte della popolazione, seppure il sindaco non avesse colpe, perché ignaro della pessima politica condotta dalla Ferrara, artefice di un autentico disastro ed incapace di metterci la faccia per assumersi le sue responsabilità. Se ciò non è accaduto, il sindaco de Magistris deve ringraziare due “politici veri”, giunti nel parco nelle ore antecedenti alla sua visita per gettare acqua sul fuoco e sedare gli animi: l’assessore Ciro Borriello che, allo stato attuale, effettivamente sta lavorando per consegnare ai bambini il tanto agognato campo di calcio che gli è stato promesso e il consigliere Luigi Zimbaldi che si è caricato il parco Merola sulle spalle e con i fatti si sta attivando per risollevarne le sorti.
Così, la signora Anna Ferrara, “insegna” la legalità ed opera nel nome della stessa in un quartiere come Ponticelli che esige e rivendica tutt’altri esempi.
A testimonianza dell’attendibilità di quanto fin qui asserito, vi è l’unico paletto tuttora saldato all’interno di un’aiuola del parco che attende, insieme ai condomini, di essere sradicato dalle mani della signora Ferrara in persona.