Titolari di palestre, personal trainer e body builder coinvolti, a vario titolo, in un giro di sostanze dopanti, assunte dai culturisti che frequentavano abitualmente le palestre incriminate.
Si tratta di undici persone, raggiunte dall’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip di Messina, Daniela Urbani, tra questi anche un salernitano nell’ambito dell’«Operazione Bratislava» ed eseguita dalla Squadra Mobile messinese in collaborazione con la Polizia di Palermo e Salerno.
Le indagini, avviate già nel 2013 e supportate da attività tecniche, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico di undici italiani, titolari o gestori di palestre a, dedite alla cessione e somministrazione di sostanze anabolizzanti, alcune delle quali classificate come stupefacenti.
Nel corso dell`inchiesta sono state sequestrate significative quantità di anabolizzanti, steroidi, e farmaci ceduti in assenza di prescrizioni mediche. Per due palestre all`interno delle quali sono state custodite e cedute le sostanze dopanti è stato disposto il sequestro preventivo.
A finire ai domiciliari sono stati: Girolamo Grasso, 54enne messinese, titolare della Girolamo’s Gym, Domenico Battaglia, 53enne di Rometta, titolare della Body Elegance Center, Mario Amato, 30enne di Rometta, personal trainer, Rosario Mesiti, 38enne messinese, personal trainer, Michele Fanis, 32enne di Palermo, e Simone Pellegrino, 24enne di Pontecagnano Faiano, mentre un altro individuo risulta tutt’ora ricercato. Vige l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, invece, per quanto riguarda Antonino Settimo, 29 anni, Wender Viola, 28 anni, Patrizia Mirabile, 46 anni, e Giovanni Radessich, 43 anni di Villafranca.
Il reato a cui rispondono tutti, come è già stato anticipato, è quello di aver prescritto, commercializzato e ricettato farmaci e sostanze farmacologicamente o biologicamente attive, mediante modalità diverse dal regolare acquisto in farmacia, in assenza di controlli e prescrizioni mediche.
Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore Diego Capece Minutolo, sono durate per circa un anno. Dodici mesi in cui i poliziotti della Squadra Mobile di Messina hanno sequestrato, a più riprese, diverse sostanze anabolizzanti. Tra i farmaci sequestrati ve n’erano anche alcuni non commerciabili in Italia che, attraverso uno degli indagati, titolare di alcune palestre di Bratislava e del salernitano, venivano acquistati ed importati dalla Slovacchia. Da qui il nome dell’operazione che ha visto necessaria la collaborazione dei poliziotti di Palermo e Salerno.
Questa vicenda conferma ancora una volta come il doping si diffonde sempre più tra i giovani, venerando uno strano modello ideale di bellezza, dove è necessario e lecito ance il ricorso alla chirurgia estetica, specie nei giovani. Il doping diventa dunque una moda come le scarpe con le zeppe, il piercing, piuttosto che il tatuaggio o il ritocchino chirurgico già da giovanissimi. Una moda inquietante, non più circoscritta allo sport ma anche un fenomeno sociale diffusissimo, nonostante le normative vigenti.
A questo punto è doveroso porre una domanda, o meglio una riflessione a tal proposito: è lecito mettere a rischio la propria salute solamente per una questione estetica? La cronaca ci ha messo davanti molte volte a storie di ragazzi, uomini, donne che cambiano radicalmente (spesso rovinando) il proprio corpo, ma soprattutto riscontrando seri problemi di salute. Sicuramente la bellezza è soggettiva, e ognuno di noi è libero di fare ciò che crede del proprio corpo, ma sicuramente non è possibile barattare un paio di muscoli con il proprio benessere fisico.