Rinviato al 19 novembre il processo sulla morte di Davide Bifolco, il 16enne ucciso con un colpo di pistola esploso dalla pistola di ordinanza di un carabiniere nella notte tra il 4 e il 5 settembre 2014 al Rione Traiano.
La richiesta avanzata dall’avvocato civile è stata accolta per garantire ulteriori indagini. L’aula ha accolto la decisione tra urla ed applausi. Saranno, pertanto, sentiti il consulente di parte e un perito balistico. L’avvocato della famiglia Bifolco, Fabio Anselmi, afferma: «Per noi è un omicidio volontario, bisogna riformulare capo di imputazione, non può essere omicidio colposo».
In contraddittorio sarà sentito il perito balistico e i due carabinieri che erano di pattuglia Nel frattempo, manifestanti di centri sociali, l’associazione verità e giustizia, ma anche qualche amico e parente di Davide Bifolco, attendeva all’esterno del tribunale di Napoli, l’esito dell’udienza, presidiato da una cinquantina di agenti di polizia in sette automezzi blindati, per quella che si preannunciava come l’ultima udienza a carico del militare dei carabinieri indagato per omicidio colposo. Il padre e il fratello di Davide bifolco sono agli arresti domiciliari e hanno chiesto di presenziare all’udienza. Presente in aula anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il ragazzo morto in carcere in circostanze mai chiarite.
Nel primo pomeriggio, nell’arco delle stesse ore in cui aveva luogo il processo volto a far luce sui fatti avvenuti lo scorso settembre durante una delle notti che ha segnato in maniera irreversibile l’anima del rione Traiano, si è consumata un’aggressione ai danni degli esponenti di casapound, riuniti in un pub nei pressi della loro sede di via Foria.
Il titolare di un negozio di ferramenta si è recato in ospedale per farsi medicare la bruciatura al mento seguita allo scoppio di una bomba carta. Le sue condizioni non sarebbero gravi.
Gli artefici dell’aggressione, stando alle prime indiscrezioni, apparterrebbero ad alcuni centri sociali napoletani. Poco prima avrebbero dato vita a un sit-in davanti al Tribunale di Napoli, proprio in concomitanza del processo, in cui è imputato un carabiniere, per la morte del diciassettenne Davide Bifolco.
La versione fornita dai ragazzi di sinistra, però, è differente: nella ricostruzione della Rete antirazzista, una dozzina di attivisti di CasaPound avrebbero aggredito, armati di mazze e bastoni, dei militanti di sinistra impegnati a volantinare lungo via Foria.
Quando la polizia – attualmente sul posto – è arrivata sul luogo degli scontri, non vi ha trovato più nessuno.
Un altro pomeriggio di violenza si è consumato lungo le strade partenopee.