La Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee ha varato nel 2013 un programma di patrocinio, denominato MATRONATO, volto al riconoscimento e alla promozione di progetti (aventi sede in una delle seguenti regioni italiane: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna), che, per il loro valore e qualità culturale, stimolino la coesione sociale, la ricerca scientifica e umanistica, il dialogo fra diverse discipline, il supporto alla produzione e alle mediazione artistica quali fonte e stimolo di progresso collettivo.
Il MATRONATO è stato conferito all’opera di Paul Renner, promossa e organizzata dalla Fondazione Morra con il patrocinio delle Regione Campania nell’ambito del grande evento espositivo L’ALBERO DELLA CUCCAGNA. Nutrimenti dell’Arte, a cura di Achille Bonito Oliva, diffuso in tutta Italia, con il patrocinio di EXPO 2015 e la collaborazione del Programma Sperimentale per la Cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e del MiBACT, che coinvolge più di 40 artisti chiamati a realizzare opere ispirate al soggetto iconografico dell’albero della cuccagna.
L’opera di Paul Renner, un’imponente scultura commestibile ludica, sarà la prima ad essere inaugurata nell’incanto della Vigna San Martino di Napoli, patrimonio naturale sottoposto a vincolo monumentale, mercoledì 30 settembre alle ore 16:30. L’Albero di Renner è un “teatro gastronomico” alto cinque metri, organizzato in sezioni verticali che si alternano variamente composte con piante della Vigna San Martino, da grasso animale per alimentare gli insetti e gli altri animali a tutela dell’ampio ecosistema; da prodotti della migliore agricoltura Campana e, infine, da un’ultima parte volutamente spoglia, atta a ospitare il cibo trasportato e donato dai partecipanti. L’opera è frutto di un’approfondita ricerca della tradizione letteraria partenopea: Renner ha indagato le figure del Principe di Sangro e del Marchese De Sade, il quale, nel diario Voyage d’Italie, ricorda un carnevale a Napoli celebrato in piazza Mercato come “…lo spettacolo più barbaro al mondo che si possa immaginare”.