Alice Sabatini, la donna che avrebbe voluto rivivere la Seconda guerra mondiale è la nuova regina della bellezza italiana.
Nel post-edizione del concorso di Miss Italia 2015, a tenere banco nelle ore immediatamente successive alla conquista del tanto agognato scettro da parte della 18enne originaria di Viterbo, non può, difatti, essere il classico momento della commovente premiazione.
Tutto ha inizio quando, nel corso della gara, Claudio Amendola ha chiesto alle aspiranti Miss: “Se foste vissute in un’altra epoca in quale epoca avreste voluto vivere?”
La risposta di quella che di lì a poco abbiamo scoperto essere la vincitrice del titolo di Miss Italia 2015 ha infatti scatenato l’ilarità del web: “Vorrei essere nata nel 1942 per vivere la Seconda guerra mondiale, – ha replicato la ragazza che ha poi aggiunto – sui libri ci sono pagine e pagine e io volevo viverla davvero. Ed essendo donna non sarei nemmeno partita come militare…”
Battute, parodie, link al veleno e commenti impietosi si sprecano sui social e la gaffe non è di certo sfuggita al sagace genio dei The Jackal. Dal mix esplosivo tra due “tormentoni” del momento, quindi “il pensiero storico” della neo-Miss ed Inside Out, indiscusso re dei botteghini è nato un video che in poche ore ha macinato migliaia di visualizzazione: “Inside Miss Italia”.
Incapaci di adottare mezze misure, sempre pronti a confezionare brevi, ma intensi momenti di lungimirante ironia. Mai banale, mai volgare. La spontanea e meticolosa riproduzione di una realtà cinicamente surreale, seguita a palesarsi come la costante che si ripete, con successo ed efficacia nei “comic-cortometraggi” dei The Jackal.
Uno scivolone, quello della 18enne detentrice del titolo di regina di bellezza che grazie allo zampino dei The Jackal, difficilmente verrà dimenticato. Un video che decreta un’innovazione storica, sottolineando – laddove fosse ancora necessario – il potere del web, capace di offuscare anche la solennità di un momento attesissimo da migliaia di ragazze e che si ripete da decenni, rimarcando che niente e nessuno è in grado di cavalcare quell’impetuosa onda di like, condivisioni e trambusto che solo e soltanto il “fenomeno virale” sa generare.