La villa comunale di Ponticelli: un luogo simbolo della periferia est di Napoli, dove da molteplici anni gli allenamenti della “parte sana” della popolazione si intrecciano alle vicende che concorrono ad incupire serenità e spensieratezza, rappresentando una sintetica ed efficace riproduzione in miniatura della realtà che si respira lungo le strade del quartiere, dell’intera periferia e di molte altre periferie di Napoli e non solo.
I buoni propositi e la voglia di conferire concretezza al desiderio di riscatto, spesso s’infrangono contro la feroce e violenta realtà che lambisce quelle terre, dimenticate, degradate, ostaggio della criminalità e degli abusi/soprusi da parte delle istituzioni e dello Stato che, sovente, assume le indefinite parvenze di un’entità fantasma.
Ieri, domenica 20 settembre, Ponticelli, Napoli Est, le periferie, hanno vissuto una veemente e speranzosa giornata di festa, proprio lì, dove giace quella frequentatissima villa comunale.
È successo grazie alla musica, attraverso il potere della musica, quella che coinvolge ed emoziona e sa esprimere pensieri e sentimenti nei quali è estremamente facile immedesimarsi. Questo, almeno, è quanto contraddistingue la musica di una band nata 10 anni fa, proprio tra le strade e le difficoltà della periferia est di Napoli e che ha voluto festeggiare il conseguimento di un tanto difficile quanto prestigioso traguardo, regalando un giorno diverso e felice alla loro terra e, di riflesso, ai suoi abitanti.
“La Pankina Krew”: una triade composta da sentimenti, ideali, speranze, ambizioni, motivazioni che non personificano solo quello che pompa nel cuore di Donatella, Ivan e Nicola, ma che rispecchia il credo di tanti, tantissimi ragazzi come loro e la massiccia affluenza di persone presenti per conferire un doveroso, ma soprattutto sentito tributo a questa band che egregiamente, attraverso la musica, sta riscattando la reputazione di una periferia fin troppo chiacchierata, lo comprova.
Un’autentica, partecipata e distesa maratona di musica e divertimento: le performance dei breaker, la battle di rap, il pregevole show musicale che ha visto la crew esibirsi insieme a diversi personaggi di rilievo della scena rap partenopea, quelli che, nel corso di questo decennio, hanno ricoperto un ruolo importante, sotto il profilo umano e musicale per la band. Un evento suggellato dall’evento calcistico che ha doverosamente imposto ai cantanti di deporre i microfoni per conferire la confacente attenzione alla partita Napoli-Lazio e, considerando la schiacciante vittoria maturata dai padroni di casa, anche gli azzurri hanno concorso ad arricchire la festa consegnando cinque valide ragioni alla platea per sviscerare altrettanti boati di gioia.
Una giornata diversa, intensa, vissuta nella piena e viva consapevolezza che la periferia può e deve essere anche e soprattutto questo: opportunità, creatività, quella fresca, genuina, decorosa portata sul palco da tre sublimi rappresentanti della categoria, figli di questa terra e che, pertanto, più che degnamente personificano che quel tanto agognato riscatto non è un’utopia, ma una possibilità da catturare, attraverso lavoro, dedizione, passione e spirito di sacrificio.
Gli occhi divertiti e coinvolti dei ragazzi, quelli incuriositi e felici dei bambini e soprattutto quelli pregni di orgogliosa approvazione degli adulti rappresentano l’immagine più significativa che La Pankina Krew ha consegnato al quartiere e che non deve sbiadire all’alba del nuovo giorno, piuttosto esige d’essere il primo, colorato e solido tassello sul quale ancorare quel sogno di riscatto che ha ampiamente dimostrato di poter trovare riscontro nella realtà.