Gelsomina Verde è una ragazza di 22 anni, nata e vissuta in un posto difficile, quale la periferia nord di Napoli nel bel mezzo della cosiddetta faida di Scampia ed innamoratasi dell’uomo sbagliato: Gennaro Notturno, un affiliato al clan Di Lauro che decise di passare dall’altra parte, di diventare, quindi, uno “scissionista”. La storia tra i due giovani era finita da mesi quando il “traditore” si nascondeva per sfuggire ai killer dei Di Lauro.
Era il 21 novembre 2004 quando il mondo intero conobbe il volto più spietato ed inumano della camorra: quello fu il giorno in cui il corpo di Gelsomina venne ritrovato, barbaramente carbonizzato, a bordo della sua auto data alle fiamme.
Roberto Saviano nel suo celeberrimo libro “Gomorra” ipotizza che la ragazza sia stata adescata dagli uomini del clan Di Lauro con una scusa: la sequestrano, la picchiano barbaramente, la torturano. Vogliono sapere dov’è Gennaro, ma la ragazza non parla. Forse, realmente non sa dove si nasconde o quella morte potrebbe rappresentare un estremo atto d’amore che manifesta la volontà da parte della ragazza di subire quello che avrebbero inferto a Gennaro.
In ogni caso, la mattanza sul corpo di Gelsomina è durata per ore ed è stata ultimata da tre colpi di pistola alla nuca. Si ipotizza che il corpo sia stato bruciato per nascondere agli occhi della gente le tracce dello scempio inflittole.
È morta così Gelsomina Verde: 22enne operaia in una fabbrica di pelletteria, occupava il tempo libero dedicandosi al volontariato e completamente estranea alle dinamiche e alle logiche camorristiche.
Il suo cuore l’ha tradita, quado si è innamorato dell’uomo sbagliato. Questa la sua unica “colpa”. Un errore che Gelsomina ha ingenerosamente pagato ad un prezzo troppo alto. Una storia durata per un breve periodo e che si era interrotta assai prima dell’assassinio della ragazza.
Non era improbabile che Gelsomina non sapesse realmente dove si nascondesse Gennaro, ma le estreme leggi della camorra non conoscono la tollerante via della mediazione. O dentro o fuori. O bianco o nero. O confessione o morte. O anche e sempre e solo morte, a prescindere dalla confessione. Anche dopo la confessione.
La storia di Gelsomina è stata riproposta anche nell’ambito di “Gomorra-La Serie”: difatti, la storia di Manu, la fidanzata di Danielino uccisa dallo spietato “Ciro l’immortale” dopo che lui stesso aveva avviato ed addestrato il giovane fidanzatino alla malavita, ripercorre proprio quell’efferato delitto che ha straziato, anche nella vita reale, una giovane ed incolpevole ragazza.
Secondigliano, uno dei luoghi simbolo della periferia nord di Napoli, sovente additato come “quartiere a rischio” per effetto degli elevati episodi di criminalità che si registrano lungo le vie del quartiere, dal prossimo lunedì, 21 settembre, avrà una nuova biblioteca, all’interno della quale sarà contemplata anche una sezione dedicata a Gelsomina Verde.
Il materiale scientifico della sezione a lei intitolata si concentra sulla cultura della legalità. All’inaugurazione della biblioteca Guido Dorso, oltre al sindaco de Magistris, presenzieranno anche l’assessore alla cultura del Comune di Napoli Nino Daniele, l’assessore alle Politiche Urbane Carmine Piscopo, il presidente della VII Municipalità Vincenzo Solombrino e il fratello di Gelsomina, Francesco Verde.