Cosa resterà di Vincenza Avino, l’ultima vittima di un uomo che camuffando il cuore sotto le millantatrici vesti dell’amore, si è tramutato in un carnefice?
Un funerale simile ad una festa quello celebrato quest’oggi, con il fratello di Enza che attraverso un megafono, a più riprese, invitava ad applaudire, la musica di Bocelli e i palloncini rossi, sovente utilizzati per esternare o simboleggiare l’amore. Rossi come il sangue, come la rabbia, come il colore che si utilizza per commemorare le già fin troppo numerose vittime di femminicidi.
Così Terzigno, il comune d’origine della 35enne vittima della furia omicida di Nunzio Annunziata, il suo ex compagno, ha tributato l’ultimo e triste saluto ad Enza, alla presenza dell’ex ministro Mara Carfagna, accompagnata dal sindaco Francesco Ranieri e dal presidente del Consiglio Comunale Giuseppe De Simone.
La Carfagna si è intrattenuta a lungo con Maria Giovanna Gifuni, la mamma di Enza.
«Tutelate le donne»: questo l’urlo di congedo e di dolore della madre della giovane vittima, costretta a vivere l’innaturale dolore della perdita, feroce e prematura, di una figlia troppo giovane e troppo incolpevole, troppo fragile e troppo debole per schivare quei colpi mortali franati nella sua vita improvvisamente, per spegnerle la vita.
Questo è quanto resta di Enza: un urlo di rabbia e speranza che rivendica d’essere ascoltato per tamponare una ferita dalla quale seguita a grondare sangue. Ancora.