Nulla di quanto può essere riconducibile alla camorra deve essere considerato casuale.
La camorra è il misterioso “atto costitutivo” di un’ideologia ancorata su regole d’onore, atti efferati e messaggi in codice, il più delle volte indecifrabili per gli estranei al sistema.
A conferma di quanto siano artificiosi e disparati i segnali e i segni di cui si avvale la camorra, non vi è soltanto l’ormai comprovato utilizzo dei tatuaggi quale segno distintivo del clan, oltre che dimostrazione concreta e tangibile di eterna fedeltà allo stesso, ma una miriade di altri “messaggi subliminali” inoltrati attraverso i canali più impensabili.
Dalla capigliatura alla folta barba, così come dimostrano le ultime foto del boss Pasquale Sibillo in cui esibisce una folta barba, simile a quella che contraddistingue i guerriglieri dell’Isis e che con estrema facilità e frequenza – forse non per caso – si rileva sui volti di molti altri giovani del centro storico. Potrebbe, difatti, essere questo il nuovo “simbolo” da esibire per attestare l’appartenenza alla paranza dei bimbi, giocando sul sicuro alibi fornito dalla moda che incalza tra i giovani e che al momento risulta maggiormente richiesta nei saloon cittadini.
Barba e capelli: due dettagli curatissimi dai giovani napoletani e che hanno sempre lasciato che a guidare le scelte in materia del look da seguire fossero personaggi di spicco del mondo neomelodico, piuttosto che del cinema o dello sport.
Il look dettato dall’Alessio agli albori della sua carriera, al pari di quello di Ezequiel Lavezzi, per non parlare della famigerata cresta di Hamsik ed ancor più di quella di Genny Savastano, l’ideatore della rivolta dei giovani del clan contro i “vecchi gregari” in una delle fiction più seguite del momento: Gomorra – La Serie.
E non è tutto. Anche l’abbigliamento gioca il suo ruolo in tal senso.
La scelta delle t-shirt e perfino della marca delle scarpe da esibire sarebbe tutt’altro che casuale.
In particolare, le t-shirt con le stampe giocherebbero un ruolo determinante nella tutt’altro che immaginabile attestazione pubblica di appartenenza al clan.
Una moda che impazza tra i giovanissimi e forse non solo per effetto dell’innescarsi dei ciclici e popolari fenomeni di massa.