Capri.Parte la campagna per la tutela,la coltivazione e la trasformazione dell’ulivo,uno dei prodotti tra i più tipici e più preziosi dell’Isola Azzurra. E’ stata infatti istituita l’associazione per la tutela dell’ulivo caprese denominata “L’oro di Capri” a cui hanno aderito decine di olivisti che intendono riportare sull’isola quest’antica forma di tradizione che rischiava di andare perduta per sempre.
L’associazione la cui presidenza onoraria è stata assegnata a Gianfranco D’Amato, e con la presidenza fattiva dell’anacaprese Pierluigi Della Femina ha lo scopo primario di promuovere e recuperare una tradizione antica e ancora presente, aggregando i proprietari degli oliveti che trovano spazio sul territorio isolano. L’obiettivo è quello di difendere una coltivazione che resiste in alcuni degli angoli di Capri e Anacapri, dal versante del Faro a quello della Grotta Azzurra o lungo le scoscese colline di Tiberio e al contempo recuperare gli alberi abbandonati o improduttivi.Il lavoro dell’associazione darà nuova linfa alla faticosa produzione di olive, che nel corso del Novecento garantì agli isolani prezioso sostentamento per i mesi invernali quando l’isola diventava un vero e proprio scoglio in mezzo al mare, lontano dagli approvvigionamenti da terraferma.La prima iniziativa che vedrà coinvolti tutti gli associati è la raccolta del prezioso frutto programmata per martedì 22 settembre prossimo.Dopo che centinaia di alberi di ulivo sono stati curate ed accudite per diversi mesi e trattate solo con elementi biologici partirà una tre giorni dedicata ad una vastissimo territorio che va da Orrico, quasi a ridosso della Grotta Azzurra per arrivare a Mesola. In seguito la raccolta avverrà a macchia di leopardo e la seconda fase interesserà le zone di Pino e del Faro. Le olive saranno poi trasportate in un frantoio in penisola sorrentina per la trasformazione nel prezioso e versatile alimento.
Un primo traguardo che vede la soddisfazione dei soci per la neonata iniziativa in attesa dell’arrivo di nuovi soci il cui unico requisito richiesto è quello di possedere almeno una pianta di ulivo sull’isola e di amarlo a dismisura.