Sono trascorsi ben 87 anni dalla nascita del grande Francesco Benenato, in arte Franco Franchi, che nel lontano 18 settembre del 1928 nasceva a Palermo.
Inevitabile accostare il suo ricordo a quello dell’amico, nonché compagno artistico, Ciccio Ingrassia: i due infatti hanno formato a partire dal 1954 una coppia comica che per più di trent’anni ha riscosso grandi successi al cinema, al teatro e in televisione, riuscendo sempre a far ridere senza mai dover ricorrere a volgarità o scurrilità.
Nell’Italia del boom, aveva regalato buonumore a milioni di persone, quelle che costituivano la spina dorsale di un Paese ancora scosso, ma abbastanza sincero da ridere di gusto davanti a film di dubbio spessore, ma capaci comunque di esaltare un vero fuoriclasse come Franco Franchi.
L’attore palermitano è scomparso il 9 dicembre 1992: aveva solo 64 anni, ma gliene erano bastati meno della metà per diventare uno dei volti più popolari dello spettacolo italiano; merito di una frenetica attività che, dopo anni di avanspettacolo e teatro, aveva trovato il terreno più fertile negli studi cinematografici. Da solo o in coppia con il suo indimenticabile partner, Ciccio Ingrassia, ha girato oltre 120 film. Nel 1964, per dire, ne ha ultimati ben 22, realizzando un incasso complessivo superiore ai 7 miliardi di lire.
Quarto di 13 figli e di famiglia molto povera, fu costretto a lasciare la scuola per andare a lavorare, abbandonando gli studi alla terza elementare. Suo padre era muratore e sua madre lavorava alla manifattura tabacchi. Fin da giovane (a soli 11 anni), Franco è costretto a fare un po’ di tutto per sbarcare il lunario: realizzava calchi e icone sacre sui marciapiedi, fece il garzone in una pasticceria, il facchino abusivo alla stazione di Palermo e fu anche borseggiatore nei periodi più “neri”, presso i mercatini rionali, di commercianti e clienti.
Ma il richiamo dello spettacolo giunse molto forte, così decise di addentrarsi in questo mondo: dapprima iniziando a girare per le case e per i quartieri di Palermo suonando la grancassa e con un berretto raccoglieva il denaro di chi voleva aiutarlo. Durante le sue esibizioni, Franco inventava gag, capriole, macchiette e parodie di ogni genere pur di far ridere. La prima svolta arrivò quando venne osservato da Salvatore Polara, un musicista napoletano capo di un gruppo di girovaghi, detti striscianti.
Il repertorio degli striscianti era basato soprattutto dalle nenie, ovvero delle cantilene dissacratorie e divertenti spesso accompagnate dalla musica. Unitosi a questa compagnia, anche se le difficoltà per lui non finiranno mai, Franco comincerà a vivere una situazione decisamente migliore: ora, a 17 anni, è autonomo, con una discreta esperienza alle spalle e un’ottima inventiva.
Alla fine della guerra la compagnia si esibiva anche nei piccoli paesi di provincia, così, a Franco si presento l’occasione di creare una nuova maschera divenendo così un posteggiatore: col nome d’arte di Ciccio Ferraù, riuscendo così a costruire pian piano il personaggio che si porterà sempre dietro, con una maschera facciale incredibile, capace di smorfie ed espressioni fuori dal comune.
Col tempo studia e realizza delle ottime imitazioni: Totò, Mussolini, Hitler (di quest’ultimo, suo cavallo di battaglia che spesso userà nei suoi film, offriva un’esilarante macchietta enunciando con foga discorsi in tedesco maccheronico). La gente impazziva per quelle macchiette e per vedere Ciccio Ferraù.
La sua popolarità crescerà al punto che alcuni artisti (fra i quali lo stesso Ciccio) decideranno di riproporre alcune parti dei suoi numeri in teatro.
L’incontro chiave della sua vita e della sua carriera però risale a qualche anno più tardi, nel 1954, quando incrocia la strada di un collega più esperto e affermato, Ciccio Ingrassia. Erano anni di speranze e di fame, quando gli attori squattrinati si mettevano il lucido da scarpe sulle gambe per far credere al pubblico di indossare le calze. Sono una coppia perfetta e la loro prima gag, con Ciccio che canta Core ‘ngrato mentre Franco lo disturba in ogni modo, ottiene un successo strepitoso e apre una storia destinata a durare quasi quarant’anni.
Di questo straordinario comico, che aveva tra i suoi estimatori anche Francis Ford Coppola e Robert De Niro (avevano visto un suo film durante le riprese in Sicilia del Padrino – Parte seconda, e se ne erano innamorati), colpisce straordinariamente l’orgoglio mediante cui rivendicava i suoi inizi faticosi, gli errori di gioventù (nel 1950 aveva trascorso anche una notte in guardina per un furto), la consapevolezza di essere amato dal pubblico e adorato dai bambini. E allora, come saluto e omaggio, ricordiamolo proprio oggi che ricorre la data del suo compleanno, auguri Franco ovunque tu sia!