La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo per lesioni colpose aggravate a carico di ignoti, in seguito alla segnalazione effettuata dall’Ospedale di Sant’Orsola. Tale segnalazione riguarda alcuni bambini che avrebbero riportato danni permanenti agli occhi per aver utilizzato puntatori laser acquistati in strada; i bimbi, uno di 10 anni e due di 13, due maschi e una femmina, hanno avuto diminuzioni della vista di alcuni gradi e uno è risultato legalmente cieco da un occhio.
I medici del reparto di oculistica sono subito rimasti colpiti da un abbassamento della vista così repentino di tre giovani, che prima di allora non avevano avuto altri particolari problemi relativi alla vista. Così, interpellate le famiglie e i ragazzini, ecco saltare fuori in tutti e tre i casi l’acquisto, l’estate scorsa, di puntatori laser, probabilmente non a norma visto che erano stati comprati per strada da venditori ambulanti.
L’ospedale ha subito avvisato la Procura della Repubblica di Bologna e il procuratore aggiunto Valter Giovannini ha immediatamente aperto un’inchiesta, per ora a carico di ignoti, per lesioni colpose aggravate. Il pm ha mobilitato i carabinieri del Nas, che nei giorni scorsi hanno effettuato 14 sequestri di puntatori fuori norma e venduti abusivamente.
«Non comprare e non usare i laser a luce verde che vengono venduti per strada, nelle bancarelle e nelle fiere», avverte Antonio Pasquale Ciardella, direttore dell’Unità operativa Oftalmologia dell’ospedale Sant’Orsola, che ha presentato la denuncia al Nas. L’attenzione, spiega lo specialista, deve essere sulle luci verdi a lunghezza d’onda più corta «nocive e dannose per la retina», che vengono vendute in modo non controllabile: sono quelle che a volte proiettano più luci, e che a volte si vedono negli stadi, sparati dal pubblico per distrarre i calciatori. I puntatori professionali, utilizzati ad esempio durante le lezioni universitarie invece non dovrebbero dare problemi.
Già era stato lanciato l’allarme da parte di alcuni ricercatori inglesi appartenenti ai Dipartimenti di Oftalmologia del Royal Hallamshire Hospital (Sheffield), dello Sheffield Children’s Hospital (Sheffield) e del Royal Bolton Hospital (Lancashire), dopo aver analizzato cinque casi di adolescenti, di età compresa tra i 9 e i 15 anni, affetti da maculopatia a seguito di esposizioni a raggi laser “giocattolo”.
Pubblicati sulla rivista Eye, i risultati hanno dimostrato come clinicamente, tre dei cinque pazienti, avevano sviluppato una maculopatia acuta a seguito del danno provocato dal laser, causando così una riduzione della vista.
I ricercatori hanno reso pubblico l’esito dello studio al fine di sensibilizzare gli adulti e i genitori ad un maggior controllo, soprattutto nell’acquisto ed uso, da parte dei più giovani, di dispositivi non a norma, facilmente venduti in strada o su internet, che potrebbero, come nel caso dei puntatori laser giocattolo, causare nel tempo danni irreversibili alla visione.
Non a caso all’interno dell’Unione Europea, tali tipologie di giocattoli devono rispondere rigorosamente a requisiti di sicurezza e a precise regole di commercializzazione. La vicenda dei ragazzini di Bologna ha lanciato un chiaro monito contro la vendita incontrollata di dispositivi come i puntatori laser giocattolo, sui quali non vi è alcuna garanzia di produzione, un problema, questo, di sicurezza pubblica che necessita l’intervento e il controllo da parte di istituzioni e genitori.