“L’estate è finita ed i bar sono chiusi per ferie”: così recita l’incipit più celebre che canta, narra e rispecchia la fine dell’estate.
“E tu davanti a me” di Erminio Sinni: una canzone senza tempo, nata al tramonto di un’estate qualunque e capace di rinascere, di anno in anno, per conferire forma e voce alle emozioni che penzolano tra il malinconico arrivederci da rivolgere ai costumi da bagno e il propositivo e volenteroso appiglio al quale ancorare la voglia di ripartire con il piede giusto.
“L’estate è la stagione più bella della vita”, afferma Erminio Sinni, padre e voce di un brano che ha saputo imprimere un volto atemporale ad un momento ben preciso e definito dell’anno ed, ancor più, della vita. Lo ha fatto catturando l’attimo, rendendolo unico, infliggendogli magiche folate di poesia, incapaci di scivolare via con il sopraggiungere del tempo, come fa l’abbronzatura sopraffatta dal sapone.
Un brano senza tempo che impone la sua presenza nei giorni come questi, per sprigionare quella semplice e pregevole essenza che sa renderlo sempre al passo con i tempi e confacente agli stati d’animo che s’insinuano tra “la celeste nostalgia” e gli inderogabili impegni di lavoro.
“L’intero album “Ossigeno” è dedicato alla stessa donna. – racconta Erminio Sinni – Una storia d’amore finita, insieme all’estate. Settembre, per tutti, rappresenta un punto di partenza, seppur senza mai rinunciare a quelle conferme di cui si ha bisogno per rendere meno amaro il distacco da quello che ci lasciamo alle spalle, come l’abbraccio di una donna nel quale rifugiarsi.”
Di brani-meteore e di hit capaci di sopravvivere per una sola e fugace stagione, per poi vedersi frettolosamente accantonati, con il sopraggiungere del consueto temporale di fine estate, la discografia italiana ne annovera a bizzeffe.
“E tu davanti a me”, soprattutto sotto quest’aspetto, evidenza un marcato tratto di originalità, in peculiare controtendenza con le tacite, ma consolidate dinamiche che contraddistinguono il corso musicale delle canzoni: “Io per primo fatico ancora a capire e spiegarmi “l’immortalità” di questo brano. – afferma Erminio Sinni – E ve la sintetizza raccontandovi un aneddoto: in occasione di un viaggio in Giappone ho regalato ad alcune persone del posto che non parlavano l’italiano, una copia del mio disco. Dopo tre mesi, tramite email, mi giunse un messaggio in inglese da parte di quelle stesse persone: “La numero 3 è bellissima”.
È una canzone nella quale è imbastita un’essenza speciale, capace di entrare in empatia direttamente con la sfera emotiva di chi l’ascolta. Al di là del testo e della canzone in quanto tale è come se fosse avvolta in un mantello di magia che sa abbracciare l’anima, sprigionando sensazioni di cui, proprio in quel momento, si avverte il disperato bisogno.”
E, in effetti, ascoltandola, ancora una volta, non si riesce a fare a meno di lasciarsi rapire da quell’armonia di impetuose emozioni.
È come sfogliare l’album dei ricordi che immortala l’estate che si avvia verso il tramonto, passeggiando a piedi nudi sulla spiaggia, al tramonto, lasciando che le onde del mare cancellino le nostre orme. Ancora una volta. Una volta, ancora.