Capelli lunghi, lunghissimi, corvini e sinuosi che accarezzano un corpo longilineo ed esile. Una donna dall’aspetto curato e dal cui sguardo trapela una marcata venatura di tormentata preoccupazione. Appare così nelle foto che ritraggono la donna che è stata Vincenza Avino, la donna di 35 anni, uccisa ieri sera a Terzigno con colpi di arma da fuoco esplosi da un’auto in corsa.
E’ stato arrestato all’alba, a Poggiomarino, il presunto assassino. Si tratta di Nunzio Annunziata, il suo ex compagno. L’uomo è stato tratto in arresto al culmine di indagini a tappeto volte ad individuare e bloccare il presunto assassino, andate avanti per tutta la notte.
Nunzio Annunziata era davanti a una scuola di Poggiomarino: è lì che lo hanno trovato i carabinieri poco prima delle 6 di questa mattina, dopo una notte di ricerche tra Sarno, Striano, Poggiomarino.
L’uomo è stato indviduato a Poggiomarino quando è sceso dalla sua vettura ed ha cominciato a vagare a piedi. Quando i carabinieri lo hanno individuato è partito l’inseguimento: Annunziata ha provato a far perdere le sue tracce nascondendosi tra i vicoli di Poggiomarino, poi ha scavalcato il cancello della scuola plesso Miranda, ma lì è stato arrestato. Ieri pomeriggio, quell’uomo ha seguito in auto Vincenza, la sua ex compagna, quando è scesa dalla vettura ha sparato all’impazzata. La donna è franata al suolo ed è morta poco dopo l’arrivo in ospedale. Troppo disperate le condizioni in cui versava quel fulgido corpo, per effetto delle plurime ferite arrecate da quei colpi di pistola, per permettere ai medici di salvarle la vita.
Nunzio è scappato, con la borsa e il telefonino della donna. Poi ha iniziato a minacciare i parenti.
“Ammazzo anche voi”: la telefonata di pochi secondi è arrivata poco dopo il raid omicida sul cellulare di Francesco, il fratello di Vincenza. «Il prossimo sei tu…». Una macabra telefonata, partita dal cellulare della donna che aveva ucciso poco prima.
Continui squilli di cellulare ai familiari di Enza hanno scandito le ore di dolore più lancinanti per la famiglia Avino. Nunzio ha iniziato a comporre i numeri della rubrica del cellulare di Enza in maniera tutt’altro che casuale. Francesco, il fratello minor di Enza, nelle ore immediatamente successive all’omicidio, è diventato il nuovo bersaglio. Così, l’ospedale di Sarno, si è tramutato in un autentico fortino assediato da carabinieri, muniti di mitra e foto segnaletica, pronti a bloccare l’uomo. Il timore che Nunzio potesse arrivare all’ospedale proprio per colpire Francesco era più che legittimo e legittimato dal fatto che l’omicida era ancora armato e tutt’altro che lucido. Poteva essere una strage, invece, è “solo” l’ennesimo caso di femminicidio che allunga la lista nera: la Campania, per il secondo anno consecutivo, si attesta ai vertici per numero di reati contro le donne.
Un epilogo annunciato, un delitto giunto al culmine di innumerevoli segnali premonitori che lasciavano più che nitidamente presagire quanto sarebbe accaduto, prima o poi.
Il rammarico e la rabbia dei familiari di Vincenza nascono proprio da questa certezza: era un omicidio che poteva essere sventato.
Francesco, il fratello di Enza, racconta una storia travagliata non solo per la sorella, ma per tutta la famiglia che non l’ha mai lasciata sola dandole il coraggio di denunciare quei continui appostamenti, i pedinamenti, le minacce di Nunzio. E perfino un tentato omicidio: Nunzio aveva cercato di lanciare Enza giù dal balcone.
Quelle innumerevoli denunce per stalking, oggi, personificano il colpevole atto incompiuto che avrebbe potuto mettere in salvo una giovane vita in pericolo.