All’ alba dell’11 settembre la chiesa del rione Sanità ha accolto circa duecento persone, per lo più giovani e giovanissimi, giunte per il funerale di Gennaro Cesarano, il diciassettenne ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre. La cerimonia è stata celebrata in forma pubblica, come richiesto dalla famiglia e concesso dalla Questura di Napoli. Era presente in chiesa il vicesindaco di Napoli, Raffaele Del Giudice, ma non il sindaco, Luigi De Magistris.
Un’assenza notata e criticata da molti ma già anticipata, “non parteciperò ai funerali di Genny per una questione di rispetto per il dolore, come abbiamo fatto anche in situazioni simili, ma i contatti con la famiglia sono già in corso e nei prossimi giorni ci incontreremo” – aveva dichiarato il sindaco.
E quell’ incontro c’è stato ieri, 14 settembre, “lontano dai riflettori” e senza “clamore mediatico”. “Ho visto dignità e compostezza in una coppia colpita da una tragedia come quella di perdere un figlio – ha affermato il sindaco – ho detto loro che non ero lì per giudicare e che qualunque siano state le ragioni di quella tragedia, resta il fatto che una famiglia che perde un figlio a 17 anni, ucciso, merita ascolto”.
Ciò che ha accomunato De Magistris e la famiglia di Genny “è stata la richiesta di giustizia. Credo che non bisogna emettere sentenze anticipate, né vivere di pregiudizi – ha spiegato – sarà la magistratura, insieme con le forze dell’ordine a fare le indagini e, se saranno individuati i colpevoli, a fare un processo”. Dal conto suo ha promesso di fare “tutto il possibile come sindaco e come amministrazione per essere vicino alla sofferenza, ai giovani e alle persone dei quartieri della città e costruire un percorso che possa non rendere vane queste tragedie”. Dunque le parole d’ordine per i prossimi mesi devono essere “vicinanza”, alla famiglia e al quartiere, e “impegno”.
L’obiettivo: la riscossa sociale.