«Vi aspettavo»: con queste parole, accompagnate dal suo sorriso di uomo mite, don Pino Puglisi si rivolge ai suoi carnefici che sparandogli alla nuca lo assassinano davanti alla sua abitazione, intorno alle 20,45 di mercoledì 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno.
Un anno dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio, la mafia si libera così di un altro “pericoloso” avversario che, armato soltanto del Vangelo e di una sconfinata fede in Dio, aveva cercato di fare breccia nei cuori della gente, in special modo dei ragazzi, per allontanarli dalla sfera d’influenza di cosa nostra. Cuore di questo mirabile impegno era il centro Padre Nostro, organizzato presso la parrocchia di San Gaetano, nel quartiere Brancaccio. Figlio di un calzolaio e di una sarta, don Puglisi guidava dal 1990 la parrocchia del quartiere dov’era nato e qui aveva deciso di dimostrare con tutte le sue forze l’incompatibilità tra la fede cristiana e la cultura mafiosa.
Don Puglisi tolse dalla strada ragazzi e bambini che, senza il suo aiuto, sarebbero stati risucchiati dalla vita mafiosa, e impiegati per piccole rapine e spaccio. Il fatto che lui togliesse giovani alla mafia fu la principale causa dell’ostilità dei boss, che lo consideravano un ostacolo. Decisero così di ucciderlo, dopo una lunga serie di minacce di morte di cui don Pino non parlò mai con nessuno. Don Pino ebbe sempre una grande passione educativa, che lo portò ad assumere incarichi di docenza in molte scuole siciliane. Il suo impegno come insegnante si protrasse per oltre trent’anni, fino al giorno della morte. Un grande merito che gli verrà riconosciuto nel 2012 da Benedetto XVI, il quale ne annuncerà la successiva beatificazione (primo martire della Chiesa, vittima di mafia) riconoscendone il martirio subito per aver difeso strenuamente la sua fede.
Il 25 maggio 2013, a Palermo, verrà ufficialmente dichiarato “beato” per volere di papa Francesco.
“Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto.” Queste le parole di cui Papa Francesco si è avvalso per commemorare la memoria.
Le indagini, condotte sulla base delle rivelazioni del pentito Salvatore Grigoli – uno dei killer di don Puglisi – porteranno alla condanna all’ergastolo degli esecutori materiali e dei mandanti riconosciuti nei fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, boss del quartiere Brancaccio.
La vicenda del prete palermitano ha ispirato il film Alla luce del sole, uscito nel 2005, con protagonista il noto attore Luca Zingaretti.