Una protesta provocatoria, capace di centrare in pieno l’intento di attirare l’attenzione, dei media, dell’opinione pubblica, delle istituzioni, quella inscenata stamattina a Napoli da parte di un gruppo di dipendenti del Consorzio Unico di Bacino, società che si occupa del settore rifiuti.
In prossimità della Prefettura, dove nel pomeriggio sono in programma audizioni della Commissione Parlamentare Antimafia, con gommoni da spiaggia, un cappuccio nero in testa e una bandiera nera con la scritta «Isis» («Io sono italiano senza stipendio»), che fa il verso a quella dello Stato Islamico, una cinquantina di dipendenti hanno chiesto lo stesso trattamento che viene riservato agli immigrati che giungono in Italia dalla sponda sud del Mediterraneo.
«Nessuno osi accostare questa manifestazione a fenomeni di razzismo – tiene a precisare Vincenzo Guidotti, del Sindacato Azzurro – in quanto si richiede di avere almeno l’assistenza paritetica dei nostri fratelli africani migranti, e per farlo saremo costretti anche a richiedere la cittadinanza ai loro Stati pur di potere sopravvivere». Guidotti fa sapere che i lavoratori, migliaia in tutta la Campania, sono «senza stipendio per periodi che vanno dai 3 ai 50 mesi; 121 sono stati illegittimamente licenziati ed altri 1500 sono in mobilità pubblica senza percepire la dovuta indennità dell’80% dello stipendio, che dovrebbero pagare i Comuni».
Questa manifestazione, sottolinea il sindacalista, «è solo una seriosa rappresentazione tragicomica di un dramma umano che qui ha già ha visto 5 suicidi, 134 morti per cancro e migliaia di famiglie ridotte alla fame a cui la malavita organizzata e la politica ha sottratto lavoro e dignità. Gente che ha lavorato in discariche colme di rifiuti tossici, come hanno riferito i collaboratori di giustizia, e che ora si vedono trattati in questo modo», conclude Guidotti.