I dettagli fanno la differenza e curarli è importante. Se poi si tratta di uno dei siti archeologici più belli al mondo, diventa importantissimo. Eppure, ancora una volta, Pompei è stata vittima di uno scempio, di un atteggiamento superficiale che non la valorizza, svilendone l’inestimabile valenza artistica.
La polemica questa volta è partita da Facebook, in particolare dalla pagina Anima Vesuviana, gestita da Laura Noviello: è il 6 settembre quando inizia a circolare uno scatto che rappresenta la bocca della Fontana dell’ Abbondanza, sul decumano inferiore, “chiusa” da un orribile rubinetto da giardino. In breve tempo l’immagine raggiunge circa 500 mila computer in tutto il mondo, compreso quello di Vittorio Sgarbi che si esprime sui Social contro la deturpazione di un bene di circa 2 mila anni fa.
Quindi, l’eco della polemica arriva sino alle orecchie della Soprintendenza archeologica di Pompei che è intervenuta sostituendo il rubinetto incriminato con uno più consono alla linearità e al colore della fontana.
“È una piccola vittoria – dichiara la Noviello – che condividiamo con tutti i pompeiani legati a questo enorme, nostro tesoro archeologico”.
Ma c’è chi non si accontenta di questa piccola conquista come il consigliere di Davvero Verdi, Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli della Radiazza, i quali dichiarano: “In realtà a noi il risultato sembra lo stesso e cioè un vero scempio verso il monumento secolare e segno ancora una volta della gestione discutibile che fa la soprintendenza di questi beni. Ci convinciamo sempre di più che prima viene abolito questo ente per farlo sostituire da strutture più snelle e meno burocratizzate meglio sarà per l’Italia e in particolare per la Campania“.
“Ecco come Pompei muore ogni giorno, la si cura distruggendola ed è tutto tacitamente lecito” commentava l’amministratrice della pagina sopracitata quando lo scorso 8 settembre ha rilanciato quella fotografia. A questo punto chiedersi se il sito viene opportunamente curato e se sono garantiti una gestione e una tutela dei beni culturali all’altezza della ricchezza rivestita dal suddetto patrimonio artistico e culturale, risulta più che lecito.
Eppure Massimo Osanna, soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia dal marzo 2014, afferma che basta camminare negli scavi per rendersi conto che ormai Pompei è un grande cantiere che vede operative attività di restauro e messa in sicurezza. Non ci resta che aspettare i risultati, sperando che non si trascurino più nemmeno i dettagli.