Un popolo di gnomi blu che vive nel bosco, in deliziose casette a forma di fungo, costretto a difendersi da Gargamella, mago irascibile e pasticcione, e dal suo inseparabile gatto, il perfido Birba.
Il 12 settembre 1981 approda in tv una serie di cartoni animati che ben presto si rivela in grado di conquistare un posto solido ed inamovibile tra i protagonisti del mondo animato: i Puffi. La prima serie sulla TV italiana debutterà, a livello nazionale, nel 1982, trasmessa da Canale 5 e Italia 1.
Saranno nove, in totale, le stagioni, accompagnate dalle indimenticabili sigle cantate da Cristina D’Avena.
I Puffi diverranno negli anni successivi un brand di successo, ispirando giocattoli, gadget e tre film, il più recente nel 2013 (“Puffi – La leggenda di Puffy Hollow”), realizzato in 3D.
Sui fantomatici personaggi “biancoazzurri” circolano tante leggende, la più bizzarra delle quali è senz’altro la teoria che sostiene che i puffi sono comunisti!
Secondo i fautori di tale teoria, il nome stesso dei Puffi (l’originale è SMURF) nasconde un codice, Small Men Under Red Father (a volte Force), cioè Smurf, appunto. Pertanto, Grande Puffo sarebbe Marx, ma anche Stalin, barbone e col cappellone rosso e Quattrocchi, che ne vuole prendere il posto, sarebbe in realtà il compagno Lev Davidovic Trockij, colpevole di voler stravolgere l’ordine sociale.
Ancor più varie sono le curiosità riconducibili ai celeberrimi abitanti delle casette a forma di fungo: esistono 105 puffi e solo tre di loro sono di sesso femminile: Puffetta, Puffettina e Nonna Puffi; sono state prodotte ben nove stagioni animate dei puffi, per un totale di 414 episodi e sette speciali. Il valore commerciale dei Puffi è stimato intorno ai quattro miliardi di dollari (2.739.000.000 €).
Tradotti in più di trenta paesi, gli omini blu hanno prodotto dai cinque ai dodici milioni di dollari ogni anno per cinquant’anni solo grazie alle loro royalty.