Complesso universitario Monte S.Angelo– Sono le 7.40 di una mattina torbida, c’è confusione, gruppetti di ragazzi sparsi qua e là, altri già in fila all’ingresso, anche se per la convocazione manca ancora un po’, la maggioranza giovanissimi, qualcuno più maturo magari già con qualche altra esperienza alle spalle, qualche altro ci prova da anni. Tutti qui presenti nella speranza di superare un varco, di iniziare il percorso verso il futuro, di superare i temibili test di ingresso alla facoltà di Medicina e Odontoiatria. Facce da studiosi, da insicuri, altre da “sottuttoio”, abbronzati, griffati, inquieti, sorridenti, libri aperti, fogli sparsi.
«Come ti senti?»
«Alienata! Non ricordo nemmeno come mi chiamo» risponde una ragazzina bionda, occhi azzurri, viso angelico, ma senza nome. «Insicura» controbatte una ragazza accanto a lei. Lunga la preparazione e lo studio che hanno preceduto questo martedì 8 settembre, in cui in tutta Italia circa 60mila studenti si sono cimentati a rispondere ai 60 quesiti in 100 minuti.
«Cento minuti possono cambiarti la vita» dice Nicola D., uno dei circa 3mila ragazzi che ha partecipato al test per l’accesso all’università Federico II con la speranza di essere tra i 421 ammessi.
Domande a risposta multipla, diverse le materie: 20 di Logica, 18 di Biologia, 12 di Chimica, 8 di Scienze e Matematica e 2 di Cultura generale.
«Bisogna essere dottori solo per poter superare i test. Io mi sto preparando potrei dire da sempre, ho iniziato il liceo consapevole della scelta che avrei fatto dopo, e negli ultimi tre anni sono stato seguito da un professore privato in vista di questo giorno» confida Nunzio L. Proseguiamo più avanti, c’è lei solitaria, Raffaella A., seduta su un gradino, libro aperto tra le mani ma sguardo perso. «Sono arrivata prestissimo, i cancelli erano ancora chiusi, ma già c’erano centinaia di ragazzi qui fuori. Mi sento spaesata, mi guardo intorno e penso che non ci riuscirò mai. Osservo gli altri, vedo tante facce da secchioni, guarda lì» indica un ragazzo dall’aria nerd «guarda quello, saprà tutto, mentre a me tremano le gambe». Poi parla Mario G. «È la seconda volta che li provo, frequento Scienze Biotecnologiche, ho già dato alcuni esami, mi piace molto certo, ma Medicina è il sogno di una vita».
«Sono state ore di attesa interminabili, mi sono tranquillizzata solo quando mi sono seduta al mio posto». Ci racconta Ada O. al termine della prova.
«Ho compilato tutta la griglia. Sono stupita» dice sorridendo. Cominciano i confronti. Facce stanche, stupite, libere di un peso ora, alcuni ancora ansiosi, c’è chi si mangiucchia le unghie mentre ascolta in un gruppetto le risposte degli altri, e al «Come ti senti?» risponde con un «Non so. Ho la sensazione di aver vanificato un anno di sacrifici in 100 minuti». Emma S. ha lo sguardo felice, sicura di sé «Sono tranquilla. È fatta finalmente». Racconta di avere già una laurea in Lettere Moderne, ma che non le bastava, aveva da sempre il chiodo di Medicina e così ha affrontato i test, ha ricominciato «Da umanista ti di dico che i sogni si inseguono, ci vuole coraggio. Coraggio e fortuna».
Mariafernanda Mensorio