Il primo, “vero” temporale di fine estate: il più temuto tra le mura del parco Merola, in quanto evento precursore dell’inverno che sarà, quello che introduce i disagi e le avversità da osteggiare nel corso dell’imminente e rigido inverno.
Una condizione di disagio più che degnamente incarnata dall’enorme lago di acqua stantia che giace tra la carcassa del fantomatico campo di calcio che attende d’essere ristrutturato e l’ultima delle tre opere di street art realizzate all’interno dello stesso parco sito a Ponticelli, nel cuore della periferia ad Est di Napoli.
Fogne sature, incapaci di lasciar defluire l’acqua piovana, fungendo, così, da tappo e consentendo ai fiumi di pioggia che grondano dal cielo di generare degli autentici bacini artificiali che rendono letteralmente impraticabile il parco.
Per molti condomini diventa impossibile uscire dai palazzi per recarsi all’esterno del parco, senza vedersi costretti a percorrere almeno un pezzo di strada tra pozze di acqua alta fino alle caviglie.
Un’impresa ardua, se non impossibile, tenere i bambini lontani da quel lago artificiale, capace di evocare perfino fascino al cospetto dei loro occhi ingenui, troppo ingenui per rilevare le barche d’amarezza arenate in quelle piscine edificate dal degrado e dall’abbandono.
Per tutta l’estate ha tenuto banco il “Toto-spurgo” e, ancora una volta, a vincere la scommessa sono i residenti del posto, incapaci di credere ancora alle promesse e non le istituzioni che avevano assicurato un celere ed imminente intervento che avrebbe evitato quanto tristemente documentato da queste immagini.