Pompei ancora sotto scacco. Per l’ennesima volta, infatti, l’antico sito archeologico è accecato dai riflettori negativi dei mass media a causa di una nefasta scoperta effettuata dai carabinieri nei giorni scorsi.
Una vasta area distante un paio di chilometri dai celeberrimi scavi è stata posta sotto sequestro dalla forze armate: ben 9mila metri quadrati, in via Masseria Curato, stracolmi di rifiuti speciali, materiali ferrosi e legnosi, imballaggi di plastica ed ortaggi in putrefazione; cumuli su cumuli in stato di abbandono lasciati al proprio destino senza alcuna misura di sicurezza né di stoccaggio.
Le indagini hanno portato alla denuncia da parte dei militari di due uomini considerati i responsabili della discarica creata: un 53enne di Pompei ed un 61enne di Scafati, rispettivamente ragioniere e presidente della cooperativa addetta allo stoccaggio e allo smaltimento dei rifiuti ritrovati dai carabinieri; ai due sono state, inoltre, imputate 17 violazioni penali ed amministrative in materia ambientale e di inosservanza delle leggi per la sicurezza e l’igiene sul lavoro, in quanto colpevoli di mantenere quattro lavoratori “in nero”, senza alcuna garanzia prevista dalle leggi dello Stato Italiano.
Sembra infinita, a quanto pare, l’odissea che Pompei è costretta a vivere da qualche anno a questa parte: tra mancate manutenzioni e conseguenti crolli di strutture dal valore indecifrabile, adesso si trova a dover fronteggiare anche il problema dello smaltimento illegale dei rifiuti da parte di società senza alcuna integrità morale.