“Il calcio finisce, la vita resta e voglio sempre dare come uomo un ricordo importante”. Queste parole possono essere considerate il testamento di Carmelo Imbriani.
La sua storia umana si è conclusa, ma la sua memoria è ancora viva nel cuore dei suoi cari, oltre che in quelli di coloro che lo hanno conosciuto prima come calciatore professionista e poi come allenatore del Benevento Calcio. Un affetto che, a dispetto della morte, tuttora germoglia nei cuori di chi ha imparato ad amarlo, attraverso la storia legata al suo nome e al suo ricordo che seguita a vivere e soprattutto a scrivere pagine commoventi, emozionanti, dense di sentimenti positivi.
Carmelo: un grande uomo di sport ed un grande esempio di vita che ha saputo trasmettere valori importanti che, ancora oggi, consegnano un messaggio educativo e sanno far leva, soprattutto tra i giovani, aspiranti calciatori ed uomini del domani.
D’altronde, già durante tutto il periodo della malattia, Carmelo aveva saputo catturare l’affetto e l’attenzione di tanti tifosi e sportivi che lo accompagnavano e lo sostenevano con il grido “Imbriani non mollare”. Uno slogan ripetuto tante volte negli stadi che ha unito l’Italia da Nord a Sud e che ha creato un fenomeno sociale che ha saputo mostrare il volto pulito del calcio che può essere anche sinonimo di solidarietà, amicizia, coraggio. Parole che per Carmelo, scomparso prematuramente all’età di 37 anni, erano imperativi morali che mostrava soprattutto quando esultava per un gol. Un’immagine, quest’ultima, che poi è diventata il simbolo di un movimento spontaneo che sta crescendo in tutto il mondo.
La mappa di “Imbriani non mollare”, infatti, si sta espandendo velocemente e sta abbracciando molteplici e disparate tappe, dislocate in tutto il mondo.
L’iniziativa organizzata negli Stati Uniti, precisamente ad Atlanta, dimostra quanto ciò sia vero.
Il Father Christmas Cup ha rivolto un pensiero a Carmelo Imbriani mediante una manifestazione che vide la partecipazione di 600 atleti di cui la metà erano ragazzi sotto i 12 anni. L’obiettivo era raccogliere fondi per le famiglie che hanno perso il capofamiglia, persone che hanno contribuito significativamente nello sport e nel sociale e che quindi versavano in difficoltà economiche.
In quell’occasione tutte le squadre hanno partecipato al torneo con divise da gioco che sul petto mostravano l’immagine di Carmelo.
La storia di Carmelo è arrivata negli USA grazie a Giuliano Tornusciolo, originario di San Leucio del Sannio che da tempo vive in America. E’ stato proprio lui, infatti, a parlare di Carmelo agli organizzatori del Father Christmas Cup che hanno invitato ad Atlanta il fratello dell’ex calciatore Giampaolo che immediatamente si recò negli States. Per il trofeo è stata messa in palio una maglia di Messi regalata dal club spagnolo all’Associazione “Imbriani non mollare” mentre agli organizzatori è stata consegnata una targa ricordo.
L’iniziativa di Atlanta è solo una delle tante finestre che si stanno aprendo nel mondo.
L’obiettivo è quello di far conoscere la storia di Carmelo, ma anche di sostenere iniziative nel sociale finanziando progetti umanitari nei Paesi più poveri della terra, lasciando su ogni opera portata a termine l’effigie di Carmelo.