Da nord a sud, non esiste angolo che non sia colpito dalla crisi economica di questi anni.
Le famiglie faticano a superare la seconda settimana del mese, in un momento in cui non c’è bisogno di arrivare a fine mese per trovarsi faccia a faccia con i problemi.
La speranza è l’ultima a morire, ma i motivi per non sperare più, a volte prendono il sopravvento, macchiando le pagine dei quotidiani di suicidi, omicidi, di chi non ce la fa più a saldare i debiti.
Chi aveva messo qualche soldo da parte riesce a partire, per cercare fortuna altrove, per realizzare gli stessi sogni che aveva la generazione del dopoguerra. Gli italiani tornano ad essere migranti, proprio come i loro nonni, con la speranza che tempi migliori per ritornare in patria siano vicini.
Chi rimane si arrangia. Come sta diventando familiare questo verbo… Un divano diventa un letto, la carne in tavola due volte a settimana diventa verdura, l’acqua in bottiglia diventa quella del rubinetto, l’automobile diventa abitazione.
Come nel caso di due sorelle di San Giorgio a Cremano (Napoli): hanno perso il lavoro, non si potevano più permettere di pagare l’affitto, allora hanno capito che l’unica soluzione fosse accontentarsi del tettuccio di una Fiat 500, vecchio modello, in cui abitano da maggio. Tre mesi in una vettura scomoda e di piccole dimensioni, “elemosinando” i servizi igienici di bar e locali nei dintorni.
Quindici anni fa i loro genitori sono morti, e le due sorelle, adesso una cinquantenne e l’altra dieci anni più giovane, sono state costrette a vendere l’appartamento di proprietà per comprarne uno più piccolo. Ma tutto ciò non è bastato e, col passare del tempo, garantire la mensilità è diventato sempre più difficile. Si sono rivolte al Comune, che ha però risposto di non avere altri alloggi disponibili.
Le sorelle sono disperate, fanno appello per trovare una casa vera e un lavoro pulito.