Dopo le foto di Rachelle Friedman, che insegna che la disabilità non è sinonimo di perdita di femminilità, arrivano gli scatti di Victoria Janashvili.
La fotografa ha solo ventisei anni, ma l’obiettivo della sua ricerca e del suo lavoro è dimostrare che non esiste una taglia perfetta, non esistono le misure perfette e non esiste un concorso di bellezza che possa decretare la donna più bella.
Tutte le donne sono meravigliose nella loro imperfezione: dall’avere qualche chilo di troppo all’essere incinta, una donna in quanto tale non perde mai il suo fascino e la sua particolarità.
Sicuramente con “Curves“, il titolo del progetto, non si intende l’obesità, che è una vera e propria malattia, ma quei rotolini che spesso mettono a disagio le donne di tutte le età, davanti allo specchio, in spiaggia o davanti al partner.
Se una volta “90-60-90” indicavano dei paletti da rispettare per poter fare tv, col passare del tempo a dettare legge erano le passerelle, su cui sfilavano modelle sempre più magre, tanto da rasentare (usando un eufemismo) l’anoressia. Tutto per colpa degli stilisti.
Perché in realtà gli uomini comuni non si son mai posti il problema di girarsi per strada ad ammirare una taglia 44, 46 o 48. Lo hanno provato a spiegare alle fidanzate, che hanno sempre creduto che il loro ragazzo fosse pazzo o di parte.
Nella speranza che presto i canoni di bellezza possano ritornare più flessibili anche nella mente di chi crea la moda, Victoria ha realizzato questo book fotografico: centoquaranta pagine, settanta scatti di nudo formoso a dimensione naturale.
Nessun programma per ritoccare quelli che le stesse modelle a posare avrebbero considerato difetti, anzi son proprio in primo piano.
Grazie alla collaborazione delle taglie forti Denise Bidot e Marina Bulatkina il progetto sta avendo la diffusione e i risultati sperati, portando sotto gli occhi di tutti la vera bellezza, la vera salute, la vera femminilità.