È la notizia del giorno: quella che rilancia il tema dell’omofobia ed accende un dibattito capace di proporsi e riproporsi, con notevole frequenza, al centro della scena mediatica e dell’opinione pubblica.
Tre trans sono state cacciate da un campeggio naturista di Capo Rizzuto, il Pizzo Greco, in quanto ree di aver commesso atti osceni in luogo pubblico.
«La verità è un’altra, ci hanno cacciate solo perché siamo trans», dice Stefania Della Gatta una delle protagoniste della controversa vicenda. «Eravamo in vacanza in questo campeggio per naturisti, un campeggio cioè dove tutti girano nudi – ha raccontato Stefania a “Il Mattino” – noi, proprio per non creare problemi a nessuno, soprattutto ai bambini presenti, non siamo mai andate in giro nude. Abbiamo, piuttosto, preferito sempre indossare il tanga». Per i primi cinque giorni tutto è andato bene. «Abbiamo fatto amicizia con tante persone, eravamo le prime a ballare in pista la sera e poi tutti insieme a noi».
La vacanza evolveva in maniera tranquilla, fino alla sera del 14 agosto, serata in cui uno ‘schiuma party’ ha creato un bel po’ di problemi. «Era una serata di festa e tutto quello che abbiamo fatto è aver ballato in maniera sensuale con altre persone – dice Stefania – Ma si scherzava! E, soprattutto, anche gli altri ballavano in maniera sensuale con noi. Sia chiaro, gli altri erano nudi, ma noi sempre con il tanga indosso. Peccato che il giorno dopo la sorte di essere sbattuti via come cani è toccata solo a noi». «Siamo stati convocati dalla direttrice – racconta ancora Stefania – la quale ci ha detto senza se e senza ma che dovevamo andare via e che non dovevamo mai più tornare in quel camping. Perché? Perché meritavamo di essere denunciate per atti osceni in luogo pubblico per quello che avevamo fatto la sera precedente. E allora io mi chiedo e vi chiedo: perché siamo state cacciate solo noi e non anche gli altri che hanno ballato con noi in maniera altrettanto sensuale, per giunta nudi?».
Sulla risposta Stefania non ha alcun dubbio: «Siamo state cacciate perché trans. La mentalità è ancora quella che noi trans siamo il ‘peccato’».
«Hanno commesso una serie di atti osceni davanti ad adulti e minorenni e per rispetto ai nostri clienti abbiamo deciso di allontanarli. Non c’è stata nessuna discriminazione»: replica, di contro, all’ANSA la direttrice del Camping Pizzo Greco di Capo Rizzuto, Anna Greco, specificando che l’episodio ha riguardato due trans e un loro amico, allontanati dal camping nei giorni scorsi. «La sera della vigilia di ferragosto – ha aggiunto Anna Greco – c’è stato uno schiuma party e le due trans insieme ad un loro amico hanno avuto un comportamento davvero poco gradevole. Davanti ai nostri clienti, molti dei quali infastiditi, hanno avuto comportamenti espliciti con atti osceni. I tre sono state invitate più volte ad evitare questi atteggiamenti ma hanno proseguito per tutta la serata. Abbiamo ricevuto numerose proteste da parte dei clienti per l’atteggiamento avuto. E pensare che ero stata proprio io ad accettare il loro ingresso, considerato che da noi preferiamo escludere i single». «Lo schiuma party – ha concluso la direttrice della struttura – doveva essere un momento di divertimento ed invece c’è stato questo spiacevole episodio che ha creato imbarazzo e proteste tra i nostri clienti. La mattina dopo abbiamo invitato le due trans e il loro amico a lasciare la struttura per evitare che si ripetessero altri episodi come quelli della sera prima».
Difficile, in questi casi, rilevare con assoluta attendibilità da quale parte propende l’ago della bilancia.