Gli amici di Mormile, i frequentatori abituali delle serate in cui Nello lavorava come dj, chi lo conosceva, più o meno bene, seguita a descriverlo come un ragazzo al quale tutt’oggi si fa fatica ad associare quella manovra assassina che, invece, il dj ha realmente compiuto a bordo della sua auto, proprio di ritorno da una di quelle serata a base di musica e schiamazzi, una delle tante, rivelatasi l’ultima per Livia, la sua ragazza, ed Aniello Miranda, un padre di famiglia che si stava recando al lavoro.
Le prime morti, quelle generate da Nello, che hanno inaugurato una lunga striscia di nomi maturata nell’ambito della movida estiva italiana. Una lista che seguita ad infoltirsi e che sovente pone al centro dell’attenzione temi caldi, quali l’uso ed abuso di alcool e droghe tra i giovani.
Quegli stessi giovani sui quali gli inquirenti stanno concentrando l’attenzione per cercare di acquisire indizi o particolari in grado di conferire quantomeno un senso, una motivazione all’inversione ad U praticata in tangenziale, a fari spenti e poco prima dell’alba da Mormile.
Sono all’incirca 40 gli amici di Livia Barbato, -la fotografa e studentessa che quella notte viaggiava a bordo della vettura guidata da Mormile e che sul sedile posteriore di quell’auto ha incontrato la morte – che gli inquirenti seguitano ad interrogare, ascoltare e riascoltare, a più riprese. Raccolgono elementi, ricordi, possibili suggestioni, continuano a scavare, a mani nude, nella vita dei due ragazzi, alla ricerca di qualsiasi tassello utile alle indagini. Amici, colleghi di studio o di lavoro, gestori di locali: questi i potenziali testimoni. La Procura, inoltre, ha dato mandato alla polizia postale di aprire i cellulari del dj e della sua fidanzata, per immagazzinare dati e per decodificarli. Le stanno tentando tutte gli inquirenti per risalire al movente, per scardinare il muro di silenzio innalzato da Mormile dopo i fatti di quella notte, si cercano tracce del recente passato della vita di coppia dei due, per arrivare a un retroscena in grado di giustificare la manovra omicida. Caccia a sms, telefonate, chat immagazzinate nella memoria dei due telefonini, anche per capire se il rapporto tra i due fosse stato segnato da litigi recenti, tensioni o momenti di gelosia.
La Procura non nasconde di aver rilevato la ferma volontà del dj di andare incontro alla morte o di arrecare danno a sé stesso e alla sua ragazza e l’accusa di duplice omicidio volontario, che lo detiene in carcere, lo conferma. Alle prese con i postumi di un intervento alle gambe, per effetto di una frattura alla tibia e al perone, rimediata proprio durante l’incidente procurato proprio da lui quella notte, Nello tace, attende gli esiti investigativi, dalla cella nella quale è rinchiuso.
Stando a quanto emerso dalle prime indagini, quella notte era più che ubriaco, ma si attendono gli esiti delle analisi tossicologiche per avere un quadro chiaro della situazione. Ed è proprio sull’uso di droghe, che la polizia stradale sta ascoltando amici e amiche della coppia, nell’ambito di un’estate in cui gli stupefacenti troneggiano insistentemente sulle ore dello “sballo” dei giovani italiani.