La morte del 19enne Pietro Spineto ha generato un forte clima di sconcerto e dolore tra le strade di Torre del Greco, cittadina dove il ragazzo era nato e cresciuto. Era lì che viveva Pietro ed è lì che è morto. Sconcerto e dolore dilagano, soprattutto, tra gli amici, i conoscenti, reali e virtuali, del ragazzo che stanno tempestando la sua bacheca di facebook di struggenti messaggi.
Foto che raccontano la vita di un ragazzo come tanti, canzoni, dediche: i suoi amici lo descrivono come un ragazzo socievole, buono d’animo e gradevole da frequentare. Regna l’incredulità, tra quei giovani cuori che faticano a percepire come reale quella morte tanto assurda e, soprattutto, a dominare la scena è un quesito, incalzante e destinato a rimanere orfano di risposta: “perché?”
“Perché così?”
“Perché proprio lui?”
Domande destinate a rimanere orfane di una risposta sensata, in quanto rientrano in quella sfera inquisitoria alla quale nemmeno le indagini degli uomini in divisa possono fornire risposte attendibili.
Non cambia per il momento la pista seguita degli investigatori, alla base della morte del 19enne vi sarebbe un episodio accidentale. Pietro, dunque, sarebbe stato ucciso nella tarda serata dell’8 agosto da un colpo di pistola esploso da un amico 15enne. La Polizia scientifica ha sequestrato il bossolo di un proiettile calibro 7.65, sul luogo del delitto, in vico Bufale. Sono stati sottoposti ad esame stube sia il 15enne che la vittima e l’esame è stato effettuato anche sui vestiti di entrambi. I risultati si conosceranno entro la settimana. Non è stato invece possibile sottoporre allo stube il padre del 15enne, che è irreperibile da ieri. Fonti investigative precisano che l’uomo, che è stato più volte denunciato in passato, non è ricercato. Pietro Spineto, insieme al 15enne, al quale era legato da stretta amicizia, si sarebbe recato in Vico Bufale per dare da mangiare ad alcuni cani pitbull. Qui avrebbero trovato la pistola dalla quale è partito il proiettile che ha ucciso Spineto, raggiunto all’occipite. Secondo la versione del minorenne, i due sabato sera avrebbero trovato una pistola all’interno dell’edificio al civico 15 di vico Bufale. Pietro avrebbe tolto il caricatore e, convinto che l’arma fosse scarica, avrebbe esploso cinque colpi, andati tutti a vuoto. Poi è stato il quindicenne a impugnare l’arma, dalla quale però è partito il colpo che ha ucciso Pietro Spineto. Per questo motivo gli inquirenti – sul caso indagano gli agenti del commissariato di Torre del Greco, guidato dal primo dirigente Davide Della Cioppa – hanno effettuato il tradizionale «guanto di paraffina» sia al minore reo confesso – e per questo indagato per omicidio colposo – sia alla giovane vittima, esame che sarà pronto nei prossimi giorni. Domani, invece, alla presenza degli avvocati delle due famiglie – famiglie che si conoscono bene, visto che i ragazzi stavano sempre insieme – sarà effettuata presso l’obitorio dell’ospedale di Castellammare di Stabia l’autopsia sul corpo di Pietro Spineto. Resta ancora il mistero sull’arma del delitto, che da quel tragico sabato sera non è stata mai ritrovata, anche se il quindicenne ha ribadito agli inquirenti di averla lasciata sul posto.
Nel frattempo il quartiere dove abitava il diciannovenne insieme alla famiglia si è mobilitato per raccogliere i soldi utili a garantire il funerale del ragazzo. A promuovere l’iniziativa è stato il comitato di quartiere «Il Progresso».