A 18 anni, la vita è un fiume in piena di emozioni che faticano a non esondare. Così, talvolta, accade che quell’incontenibile voglia di vivere converga in canali che traghettano quelle anime verso mari nei quali il naufragio si cela dietro l’angolo.
Accade, sta accadendo con una frequenza disarmante che giovanissimi ragazzi incamminatisi lungo le vie della movida notturna estiva non abbiano più fatto ritorno a casa. Dopo i famigerati fatti di Riccione, un ragazzo di 18 anni, Lorenzo Mario Toma, di Lecce, è morto al termine di una notte trascorsa nella discoteca «Guendalina» di Santa Cesarea Terme sulla costa adriatica del Salento.
Erano le 6,30 quando gli amici e la fidanzata, che erano con lui nel locale, hanno chiamato il 118 per far giungere i soccorsi.
Ma per Lorenzo non c’è stato nulla da fare, è giungo già morto all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Dopo l’allarme dato telefonicamente al 118 e ai carabinieri, poco dopo le 6.30 della mattina di domenica 9 agosto, sul posto sono arrivati i militari dell’Arma e il personale medico-sanitario che per oltre un’ora ha tentato inutilmente di rianimare sul posto il giovane, trovato riverso per terra all’interno del locale. Alle 8 del mattino, quindi, quando è apparso chiaro che per salvare quella giovane vita non c’era proprio più nulla da fare, è stato dichiarato il decesso per arresto cardiocircolatorio. Il magistrato di turno alla Procura della Repubblica di Lecce, Stefania Mininni, ha già disposto l’autopsia e saranno eseguiti esami tossicologici per chiarire le cause del decesso.
Toccherà agli inquirenti, adesso, chiarire se il giovane studente sia morto per aver ingerito qualche sostanza stupefacente oppure per cause naturali quanto impreviste e se in qualche modo possa aver contribuito un piccolo problema cardiaco, di cui sembra il giovane soffrisse, senza comunque particolari impedimenti, sin da piccolo.
Secondo gli amici e la fidanzata, Lorenzo Toma ha bevuto qualcosa e subito dopo si è sentito male. Ora le indagini dei carabinieri ruotano soprattutto attorno a questa bevanda. Al momento non è ancora possibile stabilire che cosa realmente abbia bevuto Lorenzo e se all’interno della bevanda fosse stato sciolta o meno qualche sostanza stupefacente.
«Non riesco a capire cosa sia successo veramente» dice Vincenzo De Robertis, manager del Guendalina di Santa Cesarea Terme. «E’ un ragazzo che stava ballando, si è sentito male, è caduto a terra. Abbiamo provato a soccorrerlo, a fargli il massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca. Le autoambulanze non arrivavano. Sono arrivate dopo 40 minuti e il ragazzo è morto. Non si può dire che sia morto per droghe, il motivo lo sapremo dopo l’autopsia». «Le ambulanze sono state chiamate alle 7.40, sono arrivate alle 7.55. Considerando la posizione del locale sono stati tempestivi», dicono invece i carabinieri.
Intanto, stamani, il Prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ha convocato preso la Prefettura di Lecce una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
A gettare benzina sul fuoco, in un clima di per sé già rovente, ci ha pensato anche il sindaco della vicina Gallipoli, Francesco Errico, che ha pubblicato un tweet che ha scatenato non poche polemiche: «Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare».
Al cospetto della valanga di critiche piovute sul primo cittadino del comune salentino sono però arrivate le scuse dello stesso sindaco Errico: «Chiedo scusa umilmente alla famiglia del ragazzo. Le mie frasi non erano contro di loro, erano invece un richiamo alle nostre coscienze di adulti e un invito a interrogarsi sul perché avvengano certe tragedie. Ma non c’è nessuna accusa di nessun genere».
Il sostituto procuratore di Lecce, Stefania Mininni ha aperto un fascicolo d’inchiesta con l’ipotesi di morte come conseguenza di altro reato a seguito del decesso di Lorenzo Toma. Al momento non vi sono persone iscritte nel registro degli indagati, ma tra gli obiettivi prioritari dell’indagine vi è quello di capire se il ragazzo abbia assunto sostanze stupefacenti e, eventualmente, da chi le abbia avute. Le testimonianze degli amici che si trovavano con lui nel locale, infatti, fanno riferimento a una bottiglia di plastica, da cui Lorenzo ha bevuto poco prima di sentirsi male. Seppure la bottiglia non sia stata recuperata, ma i carabinieri stanno esaminando alcuni filmati girati da persone presenti in quel momento nella discoteca e nei quali potrebbero essere contenuti particolari utili per individuare chi abbia offerto da bere al ragazzo.
Potrebbe essere svelato proprio da un video il mistero della morte di Lorenzo Toma, studente di 19 anni che ieri mattina alle 6 si è accasciato sulla pista da ballo del Guendalina, la discoteca più gettonata del Salento.
Pochi minuti prima di lamentarsi – «ho troppo caldo, voglio togliermi la T-shirt» – aveva girato un selfie-video insieme ai tre amici con cui aveva trascorso la nottata. Da una prima visione, Lorenzo sembra tranquillo e in buone condizioni di salute, ma l’audio è fortemente disturbato.
La scientifica dei carabinieri lo esaminerà in modo approfondito per estrapolare eventuali elementi utili alle indagini. È tutta da chiarire, infatti, la fine di un ragazzo, sportivo, appassionato di karate che ha perso la vita dopo aver bevuto un sorso di Lemonsoda da una bottiglia afferrata al volo da un tavolo di uno sconosciuto mentre scendeva in pista per l’ultimo ballo della sua vita.
Un addetto alla sicurezza del locale ha provato a rianimare lo studente, prima dell’arrivo dell’équipe del 118, ma è stato tutto inutile. «Lorenzo non ha preso alcuna droga» insistono le due ragazze e l’amico – residenti a Milano ma in vacanza a Lecce – che erano insieme a lui.
L’esito dell’autopsia che sarà eseguita oggi dal medico legale Alberto Tortorella concorrerà senz’altro a far luce sull’ennesima, triste vicenda che ha stroncato una giovane vita. Fondamentale sarà per gli inquirenti, ripercorrere tutto quanto accaduto prima delle 6, quando il diciannovenne si è sentito male. Oggi i carabinieri sentiranno nuovamente i suoi amici.
L’unica certezza è che l’estate italiana, da Nord a Sud, continua ad essere dilaniata dalle morti in discoteca.
Dopo il caso di Riccione, ora tocca al Salento. Al Guendalina, a Santa Cesarea Terme, accorrono giovani da buona parte della Puglia, non solo dalla vicina Lecce, ma anche da Brindisi e Bari.
L’altra notte, proprio due ore prima della tragedia, i carabinieri hanno arrestato due giovani per spaccio di ecstasy e cocaina. Al momento, tuttavia, non esistono riscontri sull’uso di sostanze stupefacenti da parte del diciannovenne. I carabinieri del Nucleo investigativo, agli ordini del capitano Biagio Marro, stanno lavorando per fare luce su tutte le ombre di una vicenda così drammatica.