Nessuno avrebbe mai immaginato che la causa di questa morte prematura fosse stata la colpa di non aver estinto un debito.
Si pensava al “solito” delitto passionale, a una bella ragazza a cui è stato fatto pagare l’aver trovato un altro uomo, magari considerato “intruso” nella ex coppia dall’ex fidanzato.
Perché ormai siamo abituati a motivazioni insensate di questo tipo, inondati da notizie, programmi televisivi, spot che condannano il femminicidio, purtroppo all’ordine del giorno.
E invece, dopo tre giorni di indagini, si è arrivati alla conclusione che questa volta si trattava di un debito, tra una giovane donna francese e il suo omicida.
Dei soldi. Sicuramente importanti, soprattutto in un momento come questo, in cui le necessità diventano sempre maggiori, e uno stipendio non basta più per arrivare a fine mese con la tranquillità che la vita richiede. Ma mai giustificanti un’uccisione.
Niente, d’altra parte, giustificherebbe un killer. Un debito… Come un tradimento, un capriccio, un raptus… Nessuna l’attenuante meritata.
Specialmente se consideriamo che la vittima aveva soltanto ventitré anni. Una vita davanti, un debito alle spalle. Un assassino fronte a fronte, che l’ha letteralmente fatta a pezzi. Tra i sospettati, quattro altri giovani ragazzi: tre uomini e una donna, di età presumibilmente compresa tra i 19 e i 22 anni.
Una tragedia degna delle migliori sceneggiature da film horror: nel centro di Tolosa, in Francia, in un appartamento, è stato ritrovato un baule di plastica, con accanto insetticidi e purificatori d’aria. Una volta aperto, la polizia si è trovata davanti un corpo smembrato. Un cadavere da ricostruire. Un puzzle del terrore, i cui tasselli erano stati sparsi in disordine, per inquinare le prove. L’unico indizio inconfondibile a condurre al ritrovamento del cadavere è stato l’odore nauseabondo nella stanza.
A seimila euro ammontava il debito di Eva Bourseau. Per droga. Gli studenti indagati si davano da poco al traffico di stupefacenti. Dopo pochi mesi erano stati scoperti. Secondo le ricostruzioni del procuratore di Tolosa, Pierre-Yves Couilleau, anche Eva si sarebbe aggregata alla loro compagnia, accumulando negli ultimi tempi sempre più debiti, motivo per cui sarebbe stata uccisa. Mazze e piede di porco: queste le armi del delitto che, sempre dalla versione fornita dal procuratore, avrebbero iniziato a colpire la donna nel momento in cui gli altri ragazzi hanno riaperto la discussione sui soldi che spettavano loro. In seguito, ci sarebbe anche stato un tentativo di immergere il corpo in un acido.
La madre di Eva ha dichiarato di non avere avuto notizie della figlia dal 28 luglio scorso.