La sensazione che trasuda dal terreno di gioco del Do Dragao è quella di una squadra completamente differente da quella dello scorso anno.
Il profumo è quello della Champions che, purtroppo, un rigore maledetto e una stagione mai iniziata hanno sottratto.
Il Porto è una squadra ostica che gioca bene e possiede grosse individualità in un collettivo ben collaudato, per cui il test è di quelli veri, quelli che ti lasciano immaginare la stagione che sarà. Mi ripeto, la sensazione che sarà una stagione differente, matura dalla consapevolezza di vedere una linea difensiva alta e precisa che, unita alla presenza di Pepe Reina, concede molte poche occasioni. Veniamo alla cronaca della partita. Il primo tempo si apre con la formazione tipo in difesa e a centrocampo, con Insigne, Gabbiadini e Mertens in avanti. Appare evidente che Sarri abbia bocciato Ghoulam preferendo un più bloccato Hysaj, che stante la latitanza di Hamsik (ancora a corto di preparazione) soffre e non poco le incursioni di Varela e di Maxi Pereira. Il resto è un gioco pregno di pressione e continui cambi di gioco con cui il Porto mette in difficoltà il Napoli che dopo i primi 15 minuti di affanno trova le contromisure e riesce ad arginare le incursioni lusitane creando anche un’occasione pericolosa con Lorenzo Insigne.
Il secondo tempo inizia con la solita girandola di sostituzioni, ma nonostante tutto, il gioco non ne risente. Il Porto continua con il forcing nei primi 10 minuti, il Napoli ribatte colpo su colpo e crea le migliori occasioni da gioco sfiorando il gol prima con Maggio, poi con Callejon ed, infine, con Higuain. La partita risulta più spettacolare e l’imbarazzo iniziale si trasforma in una strana ‘strafottenza’ che permette anche belle giocate. Allan sfodera spada e fioretto, Jorginho dimostra che con il centrocampo a 3 è un altro giocatore, ma soprattutto la difesa garantisce quella sicurezza che per 2 anni è latitata al punto da consegnare ben 100 gol al passivo.
La partita termina, i gol non si sono visti, ma la creatura di Sarri inizia a prendere forma, animata dal grande ed ambizioso obiettivo di stupire per tutta la stagione.
Davide Martino