Per la prima volta è stata ricreata in laboratorio la parte più complessa del cervello, la corteccia. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Cell e racconta la rivoluzione senza pari di un gruppo di ricercatori di Harvard, a Cambridge, e Jeff Lichtman. Hanno prelevato una piccola porzione di cervello di un topo e con esso hanno ottenuto un risultato senza precedenti nella storia della medicina e della ricerca scientifica: la ricostruzione di una corteccia cerebrale. Dopo aver asportato la parte, l’hanno surgelata e, successivamente, sezionata in sottilissime parti, ognuna delle quali è stata poi scansionata al computer. Una volta scannerizzata, poi, c’è stata la grande sfida di ricostruzione digitale delle infinite strutture presenti al suo interno. Trattandosi di una grandezza infinitesimale, il cubetto, di circa 1 millimetro di centimetro, prelevato non conteneva alcuna cellula intera. Era però abbastanza grande da contenere frammenti di almeno 1.600 neuroni, 1.700 sinapsi e almeno 6 diversi frammenti di altri tipi di cellule. Il cervello è una complicatissima rete fatta di neuroni ‘aggrovigliati’ tra loro e in contatto attraverso lunghi filamenti, le cui terminazioni sono dette sinapsi. E’ una struttura talmente complessa che solo dopo ben sei anni, con l’apporto delle ultime strumentazioni tecnologiche e i computer tra i più potenti al mondo, la scienza ha potuto compiere questo enorme passo permettendo di svelare la vera struttura tridimensionale delle reti neurali e di avere “il calco” di una reale sezione del cervello. Gloriosa impresa che aiuterà, senza dubbio, ad approfondirne il funzionamento e i meccanismi.
La corteccia è sede dei principali disturbi neuropsichiatrici, poiché vengono mandati in tilt alcuni equilibri fondamentali. E, a differenza di altri distretti del corpo, non ci si può permettere di prelevare facilmente sezioni di tessuto da analizzare per monitorarne la funzionalità. Il cervello, racchiuso nella sua rigida scatola cranica, rende difficile ed invasivi lo studio “dal vivo”. Per questo la fisiologia delle malattie mentali è ancora in larga parte un mistero.
Ma il lavoro della scienza non smetterà mai di stupire infatti i ricercatori sono già all’opera cercando di ripetere l’opera su una porzione più ampia, pari a un 1 millimetro cubo.