È estate anche per “quelli come me”.
Le circostanze impongono di scrollarsi di dosso maglioni e stati d’animo, peculiari dell’inverno per spostarsi verso coste sabbiose lambite dal mare che esigono d’essere vissute con un abbigliamento ed un atteggiamento più leggeri.
È estate, anche per noi barman.
E tra un asciugamano e l’attrezzatura rimpinzo la valigia dell’occorrente necessario per affrontare una nuova avventura estiva.
Rispetto all’inverno, non cambia solo la location, ma anche le persone, i ritmi, gli orari. Il modo di fare no, quello non cambia mai.
L’estate imprime a questo lavoro delle tempistiche imprevedibili, profondamente diverse, rispetto a quelle invernali. Diverse nelle intenzioni, così come nella quasi scontata predisposizione ad abbracciare l’alba che anima shaker, cicchetti e bottiglie e che, puntualmente, si palesa ogni notte.
È estate, la gente è in vacanza e ha più voglia e possibilità di godersi la notte.
È estate e a noi barman più fortunati, viene concessa la possibilità di lavorare accanto al mare. E il mare rende tutto più giocoso e leggero. Abiti, pensieri, fatica, stanchezza.
Ciò non toglie che non puoi, non vuoi e non sai dimenticare che tu, barman, sei lì per lavorare e puoi farlo godendo di tutti i benefici che comporta lavorare d’estate, al mare. A patto che se ne abbia la forza.
È diverso il volto dell’estate di chi lavora. È diverso il piglio che anima il lavoro d’estate.