Sfuggito all’attenzione dei genitori mentre giocava sulla spiaggia, un bambino di soli 5 anni è stato riportato a riva, privo di vita, dopo 15 minuti di ricerche concitate.
Questa è la tragedia avvenuta a Fiumefreddo (Catania), nelle acque di Marina di Cottone dove un bambino di 5 anni ha perso la vita. Il corpicino del piccolo è stato ritrovato intorno alle 11 della mattinata di ieri, privo di sensi ma ancora vivo a mare, poco dopo Fondachello. Il bambino era scappato alla vista dei genitori ed è stato ritrovato dopo un’ora da un canoista.
Il bambino, originario di Aci Catena, era arrivato a Marina di Cottone con la sua famiglia: il padre, un muratore di 34 anni, la madre, una casalinga di 30 la sorella di 10 anni. Il bambino, hanno riferito i genitori ai carabinieri, non era solito entrare in acqua senza un adulto e stava giocando sulla battigia con un secchiello. Dopo un paio di minuti non lo hanno più visto, e sono scattate così le ricerche sulla spiaggia perché pensavano si fosse perso. Dopo circa un quarto d’ora dall’avvio delle ricerche, alle quali hanno partecipato numerosi bagnanti presenti , il tragico epilogo: un canoista è arrivato sulla battigia con il corpo del bambino tra le braccia; lo aveva recuperato a 100 metri al largo della spiaggia già morto.
A quel punto, il padre avrebbe chiamato il personale del 118 arrivato con un elicottero, che lo ha intubato nel tentativo di salvarlo, ma il bambino non si è mai più ripreso. Dichiarato morto, il corpo del piccolo è stato trasferito nell’obitorio dell’ospedale Garibaldi di Catania.
La Procura di Catania ha disposto un’ispezione cadaverica che si terrà domani. Secondo le prime indagini dei carabinieri della Compagnia di Giarre sarebbe evidente che si tratti di una disgrazia, anche se restano da chiarire alcune discordanze legate ad alcune dichiarazioni del padre sui tempi di allontanamento del bimbo e la richiesta di soccorso. Da appurare anche come mai in una spiaggia affollata nessuno si sia accorto della difficoltà del piccolo e non sia intervenuto per cercare di scongiurare la tragedia. Ai magistrati di Catania spetterà infine accertare anche le eventuali responsabilità del padre e della madre del bimbo.
Stessa sorte, anche se con dinamiche nettamente differenti, per un turista morto in mare. Stavolta la vicenda è accaduta ad Amalfi, dove un giovane turista ha perso la vita per annegamento. Il fatto è avvenuto poco dopo le 16.30. di domenica scorsa. Il giovane, 23enne asiatico della Repubblica di Singapore che, a circa 20 metri dalla battigia, all’interno dell’area delimitata dalle boe, avrebbe avvertito improvvise difficoltà, ingerendo molta acqua, sarebbe annegato.
Ad allertare i soccorsi, un bagnante che dal suo materassino ha scorto il cadavere del giovane che si trovava adagiato sul fondale a 6 metri di profondità. Sul luogo della tragedia sono intervenuti i militari della Guardia Costiera, coordinati dal comandante Antonino Giannetto, che stanno disponendo il recupero del corpo attraverso l’ausilio di palombari. Il giovane era ad Amalfi con un amico connazionale che, rimasto in spiaggia, non si sarebbe accorto di nulla ed ora è sotto choc.
Si sa, estate e mare sono un binomio indiscutibile quando si parla di soggiorno estivo, ma, talvolta il mare diviene simbolo di tragedia, di perdita, di morte,ricerche concitate e la speranza di ritrovare il proprio caro vivo infranta in un attimo. Le tragiche vicende che si consumano ogni anno nelle spiagge del nostro Paese dovrebbero allertarci ed abituarci al fatto che la prudenza non è mai troppa, e una svista, a volte, può costare la vita.