Era il 2 agosto del 1980, e quel giorno gli italiani non potranno mai dimenticarlo.
Quel giorno, esattamente alle 10,25, nella sala d’aspetto di 2ª classe della stazione di Bologna, esplodeva un ordigno a tempo dando vita ad uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra, un terribile attentato che uccise 85 persone e ne ferì 200.
Esattamente 35 anni dopo, si torna oggi alle 10,25 a fare silenzio presso la stazione di Bologna, e toccherà al presidente del Senato Pietro Grasso ricordare quella strage per la quale sono stati condannati gli esecutori, terroristi di matrice fascista, ma rimangono ancora numerose ombre sui mandanti.
Da quel giorno il dolore e la rabbia non si sono attenuati: la città, infatti, ricorda quel momento con un ricco calendario di eventi e chiede giustizia ancora oggi, (non è stata fatta ancora luce sui mandanti della strage) e si stringe attorno ai parenti delle vittime, per non dimenticare quel momento di sangue.
A partire dalle 6:30 di mattina arriveranno da tutta Italia le staffette podistiche “Per non dimenticare”. Le celebrazioni partono da Palazzo d’Accursio, dove si terrà l’incontro con l’Associazione familiari delle vittime della Strage del 2 agosto; alle ore 9:15 partirà il lungo corteo, che percorrerà via dell’Indipendenza fino a raggiungere Piazza Medaglie d’Oro, dove è atteso l’intervento di Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione Familiari Vittime della Strage alla Stazione di Bologna. Seguirà un minuto di silenzio in memoria delle vittime e l’intervento Virginio Merola, sindaco della città. A seguire, durante la giornata di oggi, altri numerosi eventi volti a ricordare e commemorare le vittime dell’attentato.
“In questo trentacinquesimo anniversario – afferma il sindaco Virginio Merola – rinnoviamo l’impegno di proseguire sulla strada che conduce alla completa verità storica e giudiziaria. Un’ostinata volontà di non dimenticare e farne un’occasione di riflessione più generale attraverso le tante iniziative che ogni anni mettiamo in campo, l’esercizio della memoria è fondamentale. Chiediamo inoltre al Governo che rispetti gli impegni presi lo scorso anno con l’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione”.
Sono trascorsi molti anni, ma ancora risultano sconosciuti i nomi dei mandanti: si legge questo infatti subito sotto la tradizionale immagine della lapide che reca i nomi degli 85 morti per la bomba esplosa alla stazione di Bologna. Anche quest’anno si ricorda la matrice fascista dell’attentato e quindi si mette in risalto la lapide con i nomi di chi perse la vita quel giorno. Poi il manifesto richiama con forza l’attenzione sul fatto che i mandanti, dopo 35 anni, sono ancora ignoti.
Risalire ai mandanti è una questione di verità e giustizia. Come chiariscono i parenti delle vittime scrivendo sul manifesto. Infine, un ultimo monito, una sacrosanta verità: “Non c’è democrazia senza responsabilità“.